Diario di un viaggio indimenticabile

Padre Mario                                                                      Don Alfredo

                                                       (Cernusco L. 11 Maggio 2008)

 È difficile, da queste parti incontrare gruppi di  anziani, semplicemente perché ce ne sono pochi.
L’aspettativa di vita non supera i quarant’anni; in  così poco tempo si  consuma l’esistenza e  viene da pensare che non sia troppo felice. Invece non è così: il contatto umano, perfino fisico ma mai esageratamente invadente, rivela una grande serenità.È cresciuta in questi anni la consapevolezza che esiste un modo di vivere “migliore”; è matura anche una “voglia di responsabilità”; ci si scontra ancora con una cronica mancanza di mezzi e - quel che è peggio - una scarsa capacità progettuale.
Non confondiamoci, non è un paese povero di cultura, anzi... Ma è necessario orientare gli sforzi verso la creazione di un BEN-ESSERE che non si ottiene solo attraverso la crescita economica, la circolazione del denaro o del cibo. Anche se la scarsa - e spesso poverissima - alimentazione, moltiplica in modo esponenziale i problemi.
La presenza missionaria (sacerdoti, suore con un cospicuo numero di volontari al seguito) è un grande dono di Dio: è qualcosa che commuove nel senso vero del termine: ti fa venire la voglia di darti da fare, di fermarti, se non fosse che poi prevale il richiamo
alla vita di sempre, ai doveri di casa.
Un giovane, che sta viaggiando con me, appunta questi pensieri: “Spostandosi con una grossa macchina per le strade dissestate del Malawi, si alzano nubi di polvere sulle persone del posto, i loro sguardi al passaggio dell’auto raccontano stupore, gioia, sorrisi.
È importante, anzi vitale, capire che a nulla serve osservare, salutare, fotografare o liberarsi di piccoli doni che presto svaniscono.
È necessario tendere una mano a queste persone, perché finalmente siedano alla guida della macchina e i loro occhi non siano
più annebbiati da nessun tipo di polvere”.
Arrivando qui, dall’aereo abbiamo scattato foto bellissime: il Cielo si stende veramente anche sopra il Malawi. È il segno della grande Provvidente mano di Dio. L’altra mano (perché con due si lavora decisamente meglio) abbiamo cercato di porgerla e dobbiamo
tenderla ancora noi. Qui, come in ogni angolo del mondo dove si leva alto l’appello alla solidarietà.

Ed ecco il nostro diario che giornalmente ci teneva in contatto con tutti voi:

Primo messaggio ricevuto 26 Aprile ore 18:05

siamo arrivati. Tutto bene, molto. Tra poco... quando qui arriva di nuovo la corrente ti contattiamo
 ciao 
dA ale fra claudio paola

ore 18:35

ora abbiamo ancora la corrente e così possiamo dirti che la fatica di queste prime 24 ore è ampiamente cancellata dalla bellissima possibilità che ci si apre.
 

Secondo messaggio ricevuto il 27 Aprile ore 18:37

1. SABATO 26 
Siamo ospiti presso la casa del volontario a Balaka, una costruzione bella, recente, e molto accogliente. Una sistemazione inattesa, ma gradita.
Manca la corrente da ieri, bisogna abituarsi e affrontare tutte le cose con i ritmi di qui, molto pacati: quello che non c'è oggi, forse ci sarà domani. Poi invece la corrente arriva oggi. Una doccia di 4 (quattro) minuti, ma non bisogna sprecare acqua, soprattutto calda (20 gradi!), ma è la doccia più bella degli ultimi 10 mesi.
Usciamo per portare al "Dental Clinic" gli scatoloni con i medicinali e le attrezzature mediche che sono arrivate dall'Italia con noi: non manca proprio nulla, nel viaggio nulla è stato rubato, nulla è stato perduto.
Saliamo tutti quanti sul pick-up, il don in cabina con Giacomo, gli altri tutti dietro sul cassone. Tragitto breve, scarichiamo.
Si riparte per la chiesa principale di Balaka. Strade non asfaltate, polvere rossa. Primo rapido contatto visivo con la chiesa, li attorno ci sono dei bambini: "Sweety", vogliono caramelle. Non ne abbiamo. Poi viene fuori una scatola di cicche; un attimo: dalle nostre alle loro mani. Il gruppo dei bambini si ingrossa.
Rientriamo.
 
2.  
La nostra avventura era cominciata bene, con grande entusiasmo da parte di tutti.
All'aeroporto di Linate invece un contrattempo dopo l'altro, una serie incredibili di errori nell'emissione dei biglietti. Così ci troviamo con tre tipologie diverse di biglietti e con Claudio che possiede la prima e la terza tappa: da Francoforte a Johannesburg dovrebbe farsela a piedi.
Tutto si sistema e quando stiamo per imbarcarci per la terza volta a Johannesburg si scopre che il sedile del don è occupata da un altro passeggero... ma non è finita: anche Ale, Fra, Marco, Monica,Tizi... tutti senza posto. Tutti trasferiti in prima classe. promossi a piena mangiata!!
A Blantyre valigie e scatoloni arrivano tutti, quasi un miracolo.
Respingiamo a fatica l'assalto di mani che vogliono aiutarti ad ogni costo e riusciamo a salire sul pullman madato a prenderci.
120 chilometri di prime immagini suggestive. Arriviamo alla "NYUMBA YA MAVOLUNTIYA" , cioè alla casa del volontario.
                                   NOI

Ricevuto il 28 Aprile ore 20:39

3. DOMENICA 27 
Arriviamo nel tardo pomeriggio sul grande piazzale adiacente alla chiesa centrale di Balaka, nel bel mezzo del concerto dell'Alleluya Band. C'è moltissima gente, tanti bambini.
Dal palco ci individuano e attaccano la canzone "Io vagabondo". Ci invitano anche a salire sul palco. Nessuno si muove. C'è un po' di imbarazzo.
 
4. 
Parte della giornata l'abbiamo trascorsa "vagabondando", un po' a piedi un po' con i pick-up. Abbiamo visitato un villaggio di agricoltori: capanne costruite l'una distante dall'altra e attorno la terra da cui il sudore (si lavora tutto a mano, nessuno ha trattori, pochi si fanno aiutare da qualche animale) trae un po' di mais, cotone, qualche pomodoro. I più fortunati hanno piante da frutta.
Lì, al villaggio di Mthumba abbiamo partecipato alla Messa della comunità (ce ne è una sola, una volta a settimana): canti solenni, in nostro onore, molto ritmo, le ragazze danzano davanti all'altare e lungo le navate della cappella. Momenti intensi come per esempio la preghiera dei fedeli, libera, ciascuno dal posto suggerisce intenzioni, tutti ascoltano in silenzio (ancje lo stuolo di bambini piccoli e piccolissimi presenti) e rispondono con il canto.
Impossibile nella nostra Comunità: non avremmo la pazienza di ascoltare e il coraggio di parlare.
Iniziata alle ore 10.30 la Messa termina alle 12.15: nessun cenno di fatica.
Siamo invitati a pranzo dalla Comunità: riso, erbe cotte, polenta, pollo. Un pranzo di nozze imbandito nella stessa Cappella dove abbiamo celebrato. E' gente povera, non ci sono le posate e mangiamo con le mani.
Ma è gente generosa che considera l'ospitalità un gesto sacro ed è molto attenta ai più poveri tra loro e ci tengono a mostrarlo. Infatti durante la Messa i doni portati all'altare (ciotole di mais, fascine di legna, frutti vari...) oggi sono più del solito.
Lo fa notare don Cesare (che celebra in Chichewa) a don Alfredo che accoglie l'interminabile fila di danzatori con i loro cesti, davanti agli ospiti non vogliono fare figura. Tutto l'abbondante raccolto in natura e in denaro, viene al termine consegnato al Kulapa, il responsabile della carità dei villaggi di Balaka: lui provvederà a distribuirli equamente.
E' un uomo buono e generoso, oggi gli si legge in faccia la soddisfazione.
                                NOI

Ricevuto il 30 Aprile ore 16:42

5. LUNEDI' 28 
Al fresco di una saletta beviamo acqua mescolata a succo di limone dolce preparato da suor Sabina e dalle sue consorelle. Beviamo molto per scacciare la sete forte e per mandare giù le immagini che ci sono appena passate davanti agli occhi.
Siamo ospiti dell'orfanotrofio di Kankao: ci sono 25 bambini fino ai due anni e 28 ragazzi con disabilità fisiche anche gravi.
Le stanze sono molto belle, straordinariamente pulite, tanti colori e disegni alle pareti.
Bambini e ragazzi non sono destinati ad essere qui per sempre: dopo 2 anni agli orfani si cerca una sistemazione tra i parenti; anche i disabili tornano a casa (nelle vacanze soprattutto): ti viene una stretta al cuore al pensiero delle loro case, capanne, dove non riusciamo ad entrare e dove comunque forse non vorremmo entrare nemmeno per un momento.
Qui è un posto dove volentieri molti di noi (soprattutto le ragazze) tornerebbero volentieri a fare volontariato.
 
6.  
Non è che manchino gli ambiti di lavoro: chiunque voglia mettere a disposizione le proprie competenze qui trova come far fruttare a vantaggio di molti l'esperienza.
L'ANDIAMO CAMPUS dove è fissata la nostra residenza da lavoro a 600 persone. Ci sono scuole tecniche con relativi laboratori di falegnameria, meccanica, elettricità... una scuola di musica, un laboratorio "gelateria" ,"calzolaio" e uno "parrucchiere".
Vengono dispensate (per il 60% gratuite) prestazioni mediche, pediatriche e odontoiatriche.
Il Campus è naturalmente sorvegliato (come tutte le proprietà pubbliche e private) da un nugolo di guardiani che vigila su chi entra ed esce.
Tutto è asportabile, tutto verrebbe prelevato: ciascuno come può si arrangia, soprattutto in tempi di scarso raccolto e, quindi, di sicura fame.
 
7.
La giornata per noi si conclude con un incontro con don Cesare (il simpatico autore delle interferenze nelle nostre mail), la nostra guida in questi giorni.
Dalle sue parole uno spaccato di vita di quest' angolo di mondo negli ultimi 15 anni.
Non è solo la serata, ma tutto il tempo che passiamo con lui che ci permette di apprezzarne la persona, la dedizione, la schiettezza.
E' un sacerdote "Fidei Donum"di etichetta e di fatto. La sua diocesi di Cremona lo ha destinato qui e per quello che vediamo noi, lui non si risparmia per nulla.

 

assistiamo e partecipiamo alle prove dell'Alleluia Band

Ricevuto il 1 Maggio ore 21:07

8. LUNEDI' 28 
Facendo un passo indietro, dobbiamo ancora dire di una persona che è l'anima vera del Campus e che ha contribuito a scrivere gli ultimi trent'anni della storia di Balaka e della missione.
Padre Mario da poco ha lasciato il suo incarico di "BAMBO FUMO", cioè di parroco, ma non ha smesso di vivere per la gente di qui.
La sua passione, oltre che la sua lunga e profonda esperienza, affascina: potremmo dire che dei Malawiani non ha il colore, ma ha preso il cuore. Vive con questa gente, ne condivide le tradizioni e la ricchezza spirituale, ma contemporaneamente e con energia ne combatte limiti e povertà.
 
9. MARTEDI' 29 
In tema di incontri, dobbiamo ricordare suor Mariangela, delle suore Poverelle che vive a Mikoke. Un vero paradiso, un'oasi di fiori e frutti che circonda una più che dignitosa casa religiosa.
Di fronte al suo orto che non ha nulla da invidiare a quelli così curati delle nostre parti, chiediamo: "Perchè non insegni a tenere l'orto anche a questa gente?".
Risponde con un aneddoto preso dalla sua vita vissuta. A uno dei ragazzi che l'aiutano a tenere orto e giardino suor Mariangela ha detto: "Prenditi due o tre di queste piantine di papaja e ripiantale vicino alla tua capanna".
"No, cara suora, preferisco che tu mi dia i frutti; tu qui per bagnare le piante hai la canna e l'acqua vicina, io dovrei portarla con i secchi...".
Qui, anche la cosa più semplice da noi, crea un'infinità di problemi.
 
10. 
L'intera giornata l'abbiamo trascorsa tra asili e ospedali.
Ci sono qualcosa come mille bambini divisi in tre asili parrocchiali: tutti ci accolgono cantando e in perfetto ordine e delicatezza attendono il piccolo dono che abbiamo portato.
Uno degli asili si chiude alle 12.30: non c'è la cucina, i bambini non possono fermarsi a mangiare.
Abbiamo visitato l'ospedale pubblico di Balaka: eravamo stati annunciati. La nostra visita risulta un poco artificiale, comunque tutto è abbastanza pulito e in ordine. Anche l'ospedale "Santa Teresa" di Mikoke gestito dalla suore è ben tenuto ma ha un numero inferiori di pazienti in quanto la maggior parte delle prestazioni è a pagamento. Fanno eccezione naturalmente i poveri che vengono sostenuti direttamente dalla missione.
 
11. MERCOLEDI' 30 
Giornata interamente di carattere culturale al museo di Mua, dove attraverso immagini e parole, foto, costumi e maschere autentici, ci viene narrata la storia di questo popolo dagli inizi dell'800 a oggi. Tradizioni, usi e costumi, spiritualità e superstizioni. Ci sediamo a pranzo all'ora della merenda poi, distrutti, riposo.
 
12.  
Serata dedicata alla musica. Siamo ospiti nella sala prove dell'Alleluya Band. Assistiamo al collaudo del concerto che verrà portato in Italia dal 5 maggio al 6 giugno. Ritmi, voci e danze locali. Uno spettacolo che merita attenzione.
A questo proposito anticipiamo che domenica 1 giugno l'Alleluya Band sarà ospite a Cernusco Lombardone per l'intera giornata.
 
13. GIOVEDI' 1  
Anche qui in Malawi è festa del lavoro: tutti in vacanza, quindi anche noi. L'intera giornata è stata dedicata alla visita del parco nazionale Liwonde. Dovremmo dirvi di ippopotami, elefanti, facoceri, impala, scimmie... dovremmo raccontarvi di un ordinario viaggio in pullman tra buche e polvere rosse, di un bellissimo viaggio su barche a motore e di un safari  sui gipponi della forestale.
Anche le nuvole erano in vacanza, per cui sole stupendo e ustioni per tutti.
 
Ciao


Ricevuto il 2 Maggio ore 20:47 ultimo messaggio

14. VENERDI' 2 
Eccoci al fatidico ultimo giorno, poi ci resteranno 25 ore di viaggio.
Un po' di malinconia nell'ascoltare i discorsi di saluto che segnano profondamente il cuore in questa serata. Cogliamo l'orgoglio di chi non vuole solo essere aiutato ma soprattutto farsi conoscere e poter trasmettere il bene e il bello che è in loro.
 
15. 
La giornata l'abbiamo trascorsa seguendo un programma libero. Addirittura più lento dei soliti ritmi africani. Abbiamo completato la visita alle confort clinics, soffermandoci in particolare nella maternità. Locali di nuovissima costruzione e arredamento, ancora completamente vuoti hanno assistito alla nascita di una sola bambina e di una donna che questa mattina ha iniziato il travaglio.
Poi noi, noi di Cernusco ne siamo orgogliosi, abbiamo lasciato il segno della nostra capacità di fare famiglia, di essere accoglienti. Abbiamo adottato (a distanza, ma noi li abbiamo incontrati di persona) un bambino e una bambina di sei e cinque anni e ci siamo impegnati a mantenerli negli studi e nella vita per 10 anni. Abbiamo le loro foto, i loro nomi, i loro dati essenziali. Ne riparleremo a casa. Una puntata pomeridiana all'orfanotrofio da parte delle ragazze del nostro gruppo ha aumentato il livello della commozione.
La Messa prima di cena ha sancito la nostra armonia.
 
Ieri sera e oggi la corrente ci ha fatto tribolare, spesso non abbiamo l'acqua.
Ci fermiamo qui, porgendo a tutti voi un grandioso saluto, nell'attesa di rivederci.
 
CIAO