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MERCOLEDÌ - 14 GIOVEDÌ
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- in spirito penitenziale e in ricordo dei
patimenti di Gesù, invitiamo OGGI al DIGIUNO 16 SABATO
- 17
DOMENICA - SECONDA DI QUARESIMA
GIORNATA di RITIRO per la 1^ MEDIA in sant’Agnese
dalle ore 10:30 alle ore 18:00 per i ragazzi QUARESIMA Prima domenica di Quaresima, primo
di quaranta giorni, quindi non proprio un tempo breve.
Da qui mi viene la semplice premessa a tutti i pensieri:
non avere fretta, il Signore ti dona tempo, una quantità
sufficiente perché tu possa comprendere la sua Parola,
condividere la sua Volontà. Lui è generoso: non starà a
lesinare nel crearti occasioni perché tu possa arrivare
fino ad amarlo sopra ogni cosa.
INDULGENZA PLENARIA Preghiamo perché la Quaresima sia un tempo di conversione per tutti i cristiani, chiamati ad una sempre più autentica e coraggiosa testimonianza della propria fede. Affidiamo queste intenzioni di preghiera alla Madonna. Da ieri fino all'intero giorno dell'11 febbraio, memoria della Beata Vergine di Lourdes e 150° anniversario delle Apparizioni, è possibile ricevere l'indulgenza plenaria, applicabile ai defunti, alle solite condizioni - Confessione, Comunione e preghiera secondo le intenzioni del Papa - e sostando in orazione dinanzi ad un'immagine benedetta della Madonna di Lourdes esposta alla pubblica venerazione. Per gli anziani e gli ammalati ciò è possibile mediante il desiderio del cuore. Maria, Madre e Stella della Speranza, illumini i nostri passi e ci renda sempre più fedeli discepoli di Gesù Cristo.
Benedetto XVI, durante l’Angelus del 3 febbraio domenica
17 febbraio LA PAROLA DEL PAPA “Cristo si è fatto povero per noi” 2. Secondo l'insegnamento
evangelico, noi non siamo proprietari bensì
amministratori dei beni che possediamo: essi quindi non
vanno considerati come esclusiva proprietà, ma come
mezzi attraverso i quali il Signore chiama ciascuno di
noi a farsi tramite della sua provvidenza verso il
prossimo. Come ricorda il Catechismo della Chiesa
Cattolica, i beni materiali rivestono una valenza
sociale, secondo il principio della loro destinazione
universale (cfr n. 2404). 3. Il Vangelo pone in luce una caratteristica tipica dell'elemosina cristiana: deve essere nascosta. "Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra", dice Gesù, "perché la tua elemosina resti segreta" (Mt 6,3-4). E poco prima aveva detto che non ci si deve vantare delle proprie buone azioni, per non rischiare di essere privati della ricompensa celeste (cfr Mt 6,1-2). La preoccupazione del discepolo è che tutto vada a maggior gloria di Dio. Gesù ammonisce: "Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli" (Mt 5,16). Tutto deve essere dunque compiuto a gloria di Dio e non nostra. Questa consapevolezza accompagni, cari fratelli e sorelle, ogni gesto di aiuto al prossimo evitando che si trasformi in un mezzo per porre in evidenza noi stessi. Se nel compiere una buona azione non abbiamo come fine la gloria di Dio e il vero bene dei fratelli, ma miriamo piuttosto ad un ritorno di interesse personale o semplicemente di plauso, ci poniamo fuori dell'ottica evangelica. Nella moderna società dell'immagine occorre vigilare attentamente, poiché questa tentazione è ricorrente. L'elemosina evangelica non è semplice filantropia: è piuttosto un'espressione concreta della carità, virtù teologale che esige l'interiore conversione all'amore di Dio e dei fratelli, ad imitazione di Gesù Cristo, il quale morendo in croce donò tutto se stesso per noi. Come non ringraziare Dio per le tante persone che nel silenzio, lontano dai riflettori della società mediatica, compiono con questo spirito azioni generose di sostegno al prossimo in difficoltà? A ben poco serve donare i propri beni agli altri, se per questo il cuore si gonfia di vanagloria: ecco perché non cerca un riconoscimento umano per le opere di misericordia che compie chi sa che Dio "vede nel segreto" e nel segreto ricompenserà. 4. Invitandoci a considerare l'elemosina con uno sguardo più profondo, che trascenda la dimensione puramente materiale, la Scrittura ci insegna che c'è più gioia nel dare che nel ricevere (cfr At 20,35). Quando agiamo con amore esprimiamo la verità del nostro essere: siamo stati infatti creati non per noi stessi, ma per Dio e per i fratelli (cfr 2 Cor 5,15). Ogni volta che per amore di Dio condividiamo i nostri beni con il prossimo bisognoso, sperimentiamo che la pienezza di vita viene dall'amore e tutto ci ritorna come benedizione in forma di pace, di interiore soddisfazione e di gioia. Il Padre celeste ricompensa le nostre elemosine con la sua gioia. E c'è di più: san Pietro cita tra i frutti spirituali dell'elemosina il perdono dei peccati. "La carità - egli scrive - copre una moltitudine di peccati" (1 Pt 4,8). Come spesso ripete la liturgia quaresimale, Iddio offre a noi peccatori la possibilità di essere perdonati. Il fatto di condividere con i poveri ciò che possediamo ci dispone a ricevere tale dono. Penso, in questo momento, a quanti avvertono il peso del male compiuto e, proprio per questo, si sentono lontani da Dio, timorosi e quasi incapaci di ricorrere a Lui. L'elemosina, avvicinandoci agli altri, ci avvicina a Dio e può diventare strumento di autentica conversione e riconciliazione con Lui e con i fratelli. 5. L'elemosina educa alla
generosità dell'amore. San Giuseppe Benedetto Cottolengo
soleva raccomandare: "Non contate mai le monete che
date, perché io dico sempre così: se nel fare
l'elemosina la mano sinistra non ha da sapere ciò che fa
la destra, anche la destra non ha da sapere ciò che fa
essa medesima" (Detti e pensieri, Edilibri, n. 201). Al
riguardo, è quanto mai significativo l'episodio
evangelico della vedova che, nella sua miseria, getta
nel tesoro del tempio "tutto quanto aveva per vivere" (Mc
12,44). La sua piccola e insignificante moneta diviene
un simbolo eloquente: questa vedova dona a Dio non del
suo superfluo, non tanto ciò che ha, ma quello che è.
Tutta se stessa. 6. Cari fratelli e sorelle, la Quaresima ci invita ad "allenarci" spiritualmente, anche mediante la pratica dell'elemosina, per crescere nella carità e riconoscere nei poveri Cristo stesso. Negli Atti degli Apostoli si racconta che l'apostolo Pietro allo storpio che chiedeva l'elemosina alla porta del tempio disse: "Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina" (At 3,6). Con l'elemosina regaliamo qualcosa di materiale, segno del dono più grande che possiamo offrire agli altri con l'annuncio e la testimonianza di Cristo, nel Cui nome c'è la vita vera. Questo periodo sia pertanto caratterizzato da uno sforzo personale e comunitario di adesione a Cristo per essere testimoni del suo amore. Maria, Madre e Serva fedele del Signore, aiuti i credenti a condurre il "combattimento spirituale" della Quaresima armati della preghiera, del digiuno e della pratica dell'elemosina, per giungere alle celebrazioni delle Feste pasquali rinnovati nello spirito. Con questi voti imparto volentieri a tutti l'Apostolica Benedizione. Benedetto XVI
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