GIORNATA PER IL SEMINARIO 
                                       
                                        La parola del Cardinale

"Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”
Carissimi,
in questa Giornata per il Seminario siamo invitati in particolare a riascoltare la sorprendente parola che Gesù rivolge ai genitori.
Maria e Giuseppe, angosciati, cercano Gesù. Hanno condiviso l'amore, il senso di responsabilità, quella inclinazione spontanea all'ansia che tutti i genitori prima o poi provano. Il loro è un amore ancora incline a trattenere e intimorito dall'incertezza del futuro. Gesù dice la parola che spalanca nuovi orizzonti, risolve l'angosciosa ricerca nel fascino misterioso di intendere la vita come vocazione, provoca l'affetto familiare ad aprirsi al futuro, lascia intuire l'attrattiva delle cose del Padre a chi ancora esita nell'inquietudine: «Non sapevate -  dice -  che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». La parola di Gesù suona come un rimprovero verso ogni affetto che trattiene invece di consegnare, ogni premura che rinchiude invece di aprire, ogni senso di responsabilità che teme di affidarsi al disegno di Dio. Mi piace pensare i seminaristi con la fierezza e la gioia del cammino intrapreso, il Seminario con la serietà del suo investimento educativo, i preti ambrosiani che vivono con esemplare dedizione il loro ministero come l'eco viva di quella parola di Gesù, oggi rivolta alle nostre famiglie e ai nostri giovani… Sento forte la necessità che si confermi e si intensifichi l'alleanza tra il Seminario e la Diocesi. Insieme siamo chiamati a guardare al futuro della nostra Chiesa, avendo nel cuore la certezza che il Signore non solo non ci abbandona ma ci aiuta, con la sua potente grazia e il nostro generoso impegno, a intraprendere i cammini necessari per la missione che ci è stata data di comunicare il Vangelo in un mondo che cambia. Seminario e Diocesi sono alleati perché condividono la passione per la missione, quella di essere testimoni di Gesù con una vita nuova e rinnovatrice; sono alleati perché la vocazione a diventare preti venga accolta con riconoscenza e vissuta come una dedizione lieta, definitiva, tenace al cammino che la nostra Diocesi sta compiendo per occuparsi delle cose del Padre; sono alleati perché condividono l'audacia dei sogni, la pazienza della concretezza, il coraggio di scelte coerenti con le linee pastorali che vengono elaborate per un mondo in continuo mutamento. Ci è dato, infatti, dallo Spirito di Dio di vivere i nostri tempi non con lo spavento degli sconfitti, non con la rassegnazione dei nostalgici, ma con il trepido avventurarsi dei discepoli del Signore risorto a rinnovare l'annuncio del Vangelo perché tutti vedano la luce, tutti abbiano la vita, tutti conoscano la gioia di occuparsi delle cose di Dio. L'alleanza tra Diocesi e Seminario si esprime nella condivisione della preghiera perché diventiamo tutti più docili allo Spirito, più disponibili ad arrenderci all'attrattiva del Signore Gesù, più pronti e coraggiosi a spartire la sua compassione per le persone che incontriamo. Se spesso le nostre comunità possono essere «stanche e sfinite come pecore senza pastore», più ardente e appassionata deve salire la nostra invocazione al Signore, perché doni sapienza e audacia a quanti egli chiama al servizio suo e della Chiesa. L'alleanza tra Diocesi e Seminario alimenta la crescita di una cultura delle vocazioni, entro la quale ci si prende cura della vocazione di ciascuno con proposte coinvolgenti e itinerari adeguati, con un'attenzione premurosa perché nessuno sciupi la propria giovinezza vivendo a caso e per niente. L'alleanza tra Diocesi e Seminario solleciti, ancora una volta, la tradizionale generosità per le necessità concrete del Seminario, perché sia possibile valorizzare le sedi del Seminario. Maria Santissima, che nelle litanie invochiamo come Arca dell'Alleanza, custodisca il legame di comunione e di affetto tra la nostra Diocesi e il suo Seminario e renda sempre più fecondo questo legame donando alla nostra Chiesa numerose vocazioni e santi sacerdoti, innamorati di Dio e servi dell'umanità.