SALIAMO SUL CAMPANILE

Mettiamoci d’impegno e saliamo su campanile

Non è così semplice come dirlo! Sì, perché oltrepassata la porta di ingresso ci si para davanti una stretta scaletta in sasso e mattoni, difesa da una piccola ringhiera in ferro.

                                                                                  Coraggio, partiamo.

Occorre salire 47 gradini per giungere ad una biforcazione della scala: a sinistra si esce dal campanile, si passa sopra il tetto della navata (sotto ci sono le cappelle), si sale per un'altra scala in ferro e si entra in chiesa… sul cornicione! È una bella camminata, la seguiremo un'altra volta.

Tornando alla biforcazione e proseguendo diritto si sale ancora; i gradini e tutto il vano scale si fanno abbondantemente infestati dal passaggio dei piccioni che riescono ad infilarsi in ogni pertugio: ora però fortunatamente tutti gli accesi sono sbarrati (bugia: infatti dopo aver scritto quanto sopra ci è toccato di salire ancora e di constatare che i piccioni sono tornati, si sono aperti una nuova strada!).
Va beh.... Si sale ancora: 80°… 90°… 102°… Al 131° gradino si giunge ad un pianerottolo in legno sul quale poggia il meccanismo che fa ruotare le lancette (o dovremmo dire i lancioni, visto come sono grandi) dei quadranti: siamo al piano dell'orologio.

Da qui si può scrutare in una grossa intercapedine della parete anteriore del campanile: un lunghissimo vano verticale che porta giù giù, all'interno del quale scorrevano i pesi che muovevano l'orologio, quando ancora non esisteva l'elettrificazione.

 




Riprendiamo a salire e arriviamo al 153° gradino: siamo sul balcone dove poggia il castello delle campane.

È una visione maestosa: dentro si ammira tutta l'intelaiatura in ferro che regge le campane; fuori un paesaggio mozzafiato, in una giorrnata come oggi resa limpida da una leggera brezza.

Siamo qui, resistendo a qualche vertigine, e cominciamo a guardare da vicino le campane; la prima cosa da annotare è la data di fusione che ci indica la loro età: tutte sono uscite dai forni nel 1914 ad opera della fonderia Bianchi.

 








LA COLLOCAZIONE

 

Le campane sono convenzionalmente numerate da 1 a 8, dalla più grande alla più piccola. Non tutte sono facilmente visibili dal basso. Stando sul piazzale si vede bene la PRIMA che si affaccia sul lato anteriore occupandolo per intero, date le sue dimensioni. Sul balcone ruotando in senso orario (mentre sulla piazza ci si avvicina alla casa parrocchiale) si incontrano la QUARTA e la TERZA, continuando il giro (sul lato che si affaccia sul cortile di sant' Agnese) è collocata la SECONDA anch'essa da sola, sempre per le dimensioni. Sull'ultimo lato, difficilmente visibile dal basso perché affacciato sul tetto della chiesa, ci sono le altre campane, disposte verticalmente su due file: sotto la SETTIMA e l'OTTAVA, sopra la SESTA e la QUINTA. Questo è il nostro concerto impostato su una scala musicale dal DO la DO.

 

LE DIMENSIONI

 Guardandole dal basso, non si coglie la loro esatta dimensione. Diamo un occhio a questi dati: la PRIMA ha una bocca (”B”) di 146 cm ed è mossa da una ruota (”R”) di 280 cm - la SECONDA  ha “B” di 131 cm  e “R” di 246 cm -  - la TERZA  ha “B” di 117 cm  e “R” di 222 cm - - la QUARTA  ha “B” di 109,5 cm  e “R” di 220 cm - - la QUINTA  ha “B” di 97,5 cm  e “R” di 186  cm - - la SESTA  ha “B” di 87,5 cm  e “R” di 164 cm - - la SETTIMA  ha “B” di 78 cm  e “R” di 150 cm - - l’ OTTAVA  ha “B” di 72,5 cm  e “R” di 132 cm .

Ricordate il simpatico film di don Camillo con Peppone che rimane sotto la campana? Ebbene, tolto il battaglio, sotto la più piccola delle nostre campane sta comodo un bambinetto!

 IL SUONO

 Le nostre campane possono essere suonate a distesa (una, due,… o tutte) come si vuole. Attualmente suonano a distesa per l'apertura e la chiusura della chiesa (5a 6 a 7a 8a), per annunciare le S. Messe feriali (6 a 7a 8a), la Festiva delle ore 7:45 (2a 3a 4a 5a) e delle ore 10:15 (2a 3a 4a 5a 6a  7a); a distesa suona il mezzogiorno ecc… Inoltre a distesa sono impegnate singolarmente: la 1a  ogni venerdì alle ore 15:00 e quando in chiesa viene impartita la benedizione Eucaristica. La 2a  accompagna l’annuncio della morte: è la così detta agonia.
La 7a  ci chiama per la
Confessione...

Inoltre le campane sono programmate per muoversi in concerto "da vivo!" (solenne: cioè tutte; grave: dalla PRIMA alla QUINTA; acuto: dalla QUARTA all'OTTAVA) oppure "da morto" (con la medesima suddivisione descritta, con ritmi e cadenze appropriati).

Ora, dopo l’ultimo intervento, tutte quante suonano anche da ferme! Otto speciali martelli, consentono l’esecuzione di melodie e allegrezze. Quindi non sentiremo più solo battere l’ora (sulla PRIMA campana) o la mezza (sulla TERZA). Sono pronti l’INNO ALLA GIOIA (contiamo di apportarvi ulteriori migliorie) e una serie di AVE MARIA. Quindi nei prossimi giorni sarà cambiato il modo di annunciare l’apertura della chiesa: non più col battito delle 7:30 e poi la distesa, ma con il suono dell’AVE MARIA. Così alla sera, alle ore 19:00 l’AVE MARIA sarà ripetuta e anche qui sostituirà la distesa. Quella che per noi era una tradizione solo nel nome, lo sarà anche nell’esecuzione: un omaggio a Maria all’inizio e alla fine della giornata.

Inoltre consideriamo acquisita - valutata la positiva e festosa accoglienza - l’abitudine ad annunciare la nascita di una vita con la melodia dell’INNO ALLA GIOIA. ORA tocca ai genitori che lo desiderano comunicare in parrocchia la loro gioia:
 NOI VOLENTIERI CI UNIREMO ALLA FESTA!!!