Inviato: sabato 30 luglio 2011 14:54
Oggetto: ECCO IL MIO SCRITTO, SCUSA IL RITARDO!

"Finalmente dopo tre anni ti metti a scrivere qualcosa!", verrebbe da pensare a qualcuno.. In effetti questo è il mio terzo anno da educatrice al campeggio delle elementari, e come ad ogni ritorno a casa le idee e i pensieri che mi frullano in testa sono tanti, ma sebbene mi succeda spesso lasciare che si disperdano nella mia testa, questa volta voglio comunicarli anche io.
Quest'anno, più degli altri, mi sono resa conto in molte occasioni di come il campeggio sia per tutti quelli che vi partecipano un'esperienza unica: per una settimana o poco più si vive lontano da casa, in luoghi meravigliosi, a stretto contatto con le stesse persone, e infatti i bambini hanno l'opportunità di conoscere meglio amici e non, gli educatori imparano a far fronte a problemi di ogni genere con il sorriso e la buona volontà. Ed anche se ogni tanto un pensiero nostalgico va alla mamma, anche se la stanchezza si fa sentire sempre più tra le urla dei bambini e le mille cose di cui occuparsi, piano piano ci si distacca dal mondo esterno, dalla vita quotidiana di qualche giorno prima: è come entrare in un'altra dimensione a parte, della quale solo chi ci vive dentro può comprendere i pregi e i difetti.
Io ho vissuto tre volte tutto questo, e da animatrice alle prime armi che non ha ancora acquisito un metodo e si trova davanti a un folto gruppo di bambini "un po' vivaci" nati nel 2000 posso dire di essere diventata un'educatrice quasi diciottenne che ama quello che fa e lo vuole fare bene, nonostante i crolli, le crisi, le difficoltà. Non ho raggiunto ancora certi obiettivi, ma una cosa l'ho capita: dall'amore per i bambini e per il loro affetto incondizionato, piano piano ho imparato col tempo ad apprezzare e a sentire l'amore per l'educare, per l'accompagnare questi bambini il più possibile nel loro cammino, ovunque questo li porti. Tutto questo l'ho potuto fare grazie a don Alfredo, a tutti gli organizzatori dei campeggi, e a chi mi è stato vicino, persone a cui sarò sempre grata.
Da questa esperienza ognuno trae un insegnamento per sè, porta un ricordo proprio, guadagna un'amicizia speciale, diventa più grande e spesso migliore di prima. Ma come ci si riesce? Incontrarsi dopo giorni passati insieme non ci farà ritornare a quell'atmosfera, ma i volti, i cuori sono sempre gli stessi: l'importante è fare tesoro di ogni cosa, mettere in pratica ogni insegnamento, e, perchè no, tentare di mantenere le nostre promesse? (Io amo la musica, e c'è una canzone, di un gruppo italiano che si chiama Subsonica, che sembra parlare di questo: si chiama "Eden"..)
In fondo, se ce l'ho fatta io a scrivere quello che penso, quanti traguardi si possono attraversare!

Grazie, A…………….

 

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