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PARROCCHIA SAN GIOVANNI BATTISTA


  BENEDIZIONE DI NATALE        
 

 

      “Natale con i tuoi...” recita il proverbio che racconta un’usanza antica, ma non ancora dimenticata.
      I ritmi, il lavoro, gli interessi diversi spesso ci allontanano: poi ogni persona cerca per sé e per i
      propri cari momenti aggreganti, quasi a recuperare ciò che le (non sempre buone?) abitudini di oggi
      tendono a sottrarci.
     Non si perde facilmente il “vizio” di stare insieme!
     A Natale il gusto e il calore della tavola e della casa sono particolari. E non solo per un effetto emotivo.
     Noi sacerdoti passeremo portando un desiderio e un dono non nostri.
     È Dio che bussa per confermare la propria presenza e offre - insieme con il Figlio - la benedizione.
     Un gesto semplice, sostanziale non simbolico, che invitiamo a compiere - ove è possibile -  insieme
     con tutta la famiglia.
     Condizionati dal tempo, dagli orari e dai numeri vivremo, come di consuetudine, un momento breve che
     non chiede altro, se non di essere parte di una storia più lunga e articolata di incontri.

 

    Sull'informatore di questa settimana trovi il calendario nel quale è tracciato il percorso, prendi nota, 
    ricordando che il sacerdote potrà raggiungervi in un orario compreso tra le 18:30 e le 21:00.

    Ci sarai? Ti riuscirà di radunarti con tutta la famiglia?...
    ...A far che?
    Il Compendio al Catechismo della Chiesa Cattolica, alla domanda n° 551 “che cos’è la Benedizione?”
    risponde così: “essa è la risposta dell’uomo al dono di Dio;noi benediciamo l’Onnipotente che per primo 
    ci benedice e ci colma dei suoi doni”
    Ciascun membro della famiglia si impegna a trasmettere al “fratello assente” parte del dono ricevuto.
    “Devo preparare qualcosa per la benedizione?”
     Sì !
    Un piccolo recipiente, (con acqua del rubinetto) che dopo la preghiera e la benedizione potrà essere
    conservato in casa: l’acqua benedetta è memoria del Battesimo e segno della vita limpida, libera dal male. 

 All'incirca un anno fa mi capitava di condividere con tutti voi questi pensieri per:
"chiedere preghiere per crescere in quella virtù che risponde al nome di lungimiranza. La nostra Comunità (posso dirlo senza timore di smentita) è fortemente credente, la fede è saldamente radicata nel cuore e nella coscienza delle persone e delle famiglie; ma insieme non dobbiamo preoccuparci solo di conservare "il deposito", la tradizione ricevuta. È opportuno, è saggio - lungimirante appunto - che si guardi avanti, che si precorra il tempo di un eventuale impoverimento, ove dovesse accadere che non ci si occupa a sufficienza e con passione delle nuove generazioni.
Le nuove generazioni sono i piccoli: bambini, ragazzi, adolescenti e giovani. Ma le nuove generazioni sono anche i genitori giovani che devono affrontare una realtà composita, una vita spesso eccessivamente ripiegata sul lavoro e sulla produzione del benessere, magari incapace di conservare e trasmettere i valori e la ricchezza spirituale. Succede che nelle nostre giovani case si preghi di meno o lo si faccia in fretta; succede che non si sia più capaci di insegnare a pregare o ci si vergogni pure. Succede che a Messa si accompagni il figlio, invece di parteciparvi con lui. E succede anche di avere buone ragioni per fare tutto questo.
Non ci si può rassegnare a che le cose vadano così, come se fosse un segno dei tempi nuovi, più civili! Bisogna parlarne. A questo serve l'oratorio. Il suo ruolo non è solo quello di "fare il catechismo", quasi dispensatore di un servizio tra i tanti (penso alla scherma, la piscina, la ginnastica,…): la gente se ne serve finchè ne ha bisogno, finchè ne ha voglia.
L'oratorio è il polmone della parrocchia, il luogo dove si sente il "respiro di Dio", dove il soffio dello Spirito nutre la vita generata dal Battesimo. Lì ogni genitore interroga il prete circa l'educazione cristiana e la crescita morale dei figli; lì il prete incontra e conosce la sua comunità dopo il lavoro, lo studio, il riposo… e favorisce l'insorgere di una intimità "tra mura domenstiche". E non solo quella porzione di comunità che ha figli "in età da sacramenti", ma anche i loro nonni, gli zii, i vicini di casa, gli amici ospiti… Lì - in oratorio - si gioca il futuro cristiano del nostro territorio".

                        Nel corso dell'anno abbiamo lavorato moltissimo sull'oratorio,
                        chiamandolo CORTILE OSPITALE: siamo vicini alla conclusione di una tappa
                        importante. I lavori sono agli sgoccioli.
                        Il cortile è proprio bello: merita di essere frequentato,
                        cioè di aprire un nuovo cantiere. Quello della edificazione degli incontri,
                        dei rapporti di amicizia, dell’impegno educativo.... Benvenuti!
                                                                                                          Don Alfredo

 

TUTTO quanto sarà raccolto nel tempo di Natale verrà devoluto per il pagamento del “CORTILE OSPITALE”
                                                     GRAZIE per la tua generosità