Spiripicciola 2019 27 Aprile

Spoleto, Duomo e gita alla rocca

Sabato 27 Aprile 2019
Siamo giunti al quarto capitolo della nostra saga che, per inciso, non ha nulla da invidiare a quella buffonata de “Il trono di spade”.
La giornata si apre come da tradizione secolare: colazione e preghiera e poi via, verso l’infinito e oltre. Meta della mattinata è stata Spoleto, città medievale di fondazione longobarda, sede di un importante ducato, ma, soprattutto, patria dell’unico e inimitabile Don Matteo. Mica pizza e fichi! Ma a chi volete che importasse il duomo trecentesco quando di fianco c’era il bagno dove Terenzio Collina (meglio conosciuto come Terence Hill) faceva i bisogni durante le riprese?
Appena giunti ai piedi della collina della città vecchia, i nostri atleti hanno temuto di dover affrontare un’altra salita che, se paragonata al K2, quest’ultimo sarebbe risultato facile come salire sulla collinetta di Sartirana; ma, fortunatamente per loro, si sono ritrovati di fronte a una serie di scale mobili talmente lunga da far rimpiangere,ad alcuni di loro, i bei tempi passati a zampettiate con le proprie gambe su e giù per gli scalini.
Dopo la visita al Duomo, i Don Matteo lovers si sono stabiliti per il pranzo in una zona verde i cui assidui visitatori, a giudicare dalla tracce presenti sul suolo, non dovevano essere certo frati e suore: tappi e bottiglie di birra e mozziconi di sigaretta la facevano da padrone. Lasciato questo tempio di lascivi piaceri terreni, i nostri eroi hanno girato in lungo e in largo Spoleto, visitando la Rocca e la piazza del mercato e, nella suddetta, hanno bruciato il loro ultimo neurone giocando ad “Aragosta”, un passatempo che si potrebbe usare giusto all’asilo per insegnare ai bambini a contare. Nel farlo hanno collezionato un paio di denunce per disturbo della quiete e atti osceni in luogo pubblico.
Abbandonata la città, sempre accompagnati dal saggio Feredin, ormai unico mentore dei ragazzi, si sono trasferiti a Spello, paesino molto piccolo e dalla pianta complicata, ma dove il buon Fabio ha saputo orientarsi alla perfezione (applausi per Fabio!). La spedizione si è successivamente accampata su un prato in vetta ad una piccola collina, luogo che i componenti hanno sfruttato a pieno per dedicarsi ad attività per il loro svago, rischiando un paio di volte di uccidere il sommo Don Alfredo con delle pallonate vaganti. Nel suddetto prato è stata anche effettuata la classica foto di rito con il Billy, che, per quelli che non dovessero sapere cosa sia (non mi sorprenderei, a meno che non siate già in pensione!), corrisponde al più moderno succo di frutta nella scatoletta di cartone.
Tornati in convento, i giovanotti si sono trovati di fronte a uno spettacolo insolito e, oserei dire, trash: vi era in corso un matrimonio i cui sposi erano trasportati... su un trattore! Il mezzo era tutto tirato a lucido, ma l’autista era davvero incapace, per non parlare del suo atteggiamento spocchioso e saccente. Fortunatamente c’era l’attrito dell’aria che mi teneva fermo, altrimenti sarei salito e gli avrei mollato un paio di cinquine. Comunque, dopo tale avvenimento i ragazzi hanno avuto del tempo libero fino alle 21, orario dell’ultima cena (qui in convento, sia chiaro). Dopo quest’ultima e la 276esima preghiera, ha preso il via una serata danzante, durante la quale il complesso sonoro oratoriano ha suonato live varie canzoni moderne e non. Grande successo ha avuto “Playing Country Music”, l’inedito del duo di famiglia Pozzoni denominato “On the road”, brano che è già da disponibile su iTunes e Spotify. Il concerto si è tenuto fino a mezzanotte, momento in cui è stato festeggiato un altro compleanno, quello di Beatrice, che è divenuta finalmente maggiorenne e ora può bere birra senza problemi. Beata lei...
Infine, dopo qualche tutto e qualche ballo di gruppo ignorante, i giovini si sono ritirati per l’ultima volta nelle loro stanze per la notte.
  

 Marco Pedemonte

e... non finisce mica qui..., infatti, continua....

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