La campana della scuola ha liberato l’ultimo
trillo.
All’ombra di una persiana socchiusa,
resta, la dolce madre, nell’attesa del suo
esile figlio, al ritorno dagli studi quotidiani.
Ha, già preparato, nell’angolo della cucina,
una bevanda calda, per l’atteso piccolo, caro,
cuoricino.
Sta lì, in trepidante attesa, cercando di non
mutare il momento,
in tristi turbamenti, pensando a quei bambini
perduti,
che, per le strade, vittime di insani progetti,
o, per, chissà, quant’altro, hanno visto svanire
i loro sogni,
nel vento.
Ma, ecco, spuntare un piccolo ciuffo, castano,
ed ora, il nero grembiule ed, infine,
il corpicino ansante, del piccolo scolaro,
sotto il peso di uno zaino,
immenso, all’apparire.
È tornato.
Un raggio di sollievo s’accenna,
silenzioso, nel petto
della giovane donna,
che, ora, serena, dolcemente,
accosta quella persiana, compagna, nell’attesa.
E, così, di quei suoi timori,
non resta che un’impronta,
sottile e patinata,
sui freddi vetri, dell’imposta.
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