Guardando mio figlio

È ormai sera quando
il terrazzo di casa
accoglie le scintille
dei tuoi tratti vitali
nel loro armonico splendore
che si spande nell’etere
che tu cerchi, sempre, d’afferrare
per esserne padrone.
Ed io osservo,
caro piccino mio.
E taccio.
Mi lascio rapire da quei rapidi gesti
che parlano di felicità
e proiettano al mio cuore
bagliori genuini
di allegria e di speranza,
primizie della tua anima candida.
E già ti scorgo adulto
ghermire
col vigore degli uomini illustri
gli aspetti più intensi della vita.
Ricorda, però, che non desiderio
vederti sullo scranno dei potenti,
ma aspetto di saperti saggio
e buon contadino di quei sogni
che possono donarti,
in ogni momento,
la gioia e il coraggio di vivere.