II Via
Crucis
Duomo di Milano – 25 marzo 2014.
Portò
i nostri peccati
1.
Le
tentazioni di un vescovo.
Perché
anche i vescovi hanno delle tentazioni. La
tentazione che mi insidia in questi giorni è
quella di dire: “Basta!”.
Basta
con lo scandalo della ricchezza, basta con i
ricchi che si arricchiscono rubando ai
poveri, basta con i soldi usati per far
soldi invece che per il bene comune, basta
con la ricchezza che diventa un potere
indiscutibile e una ragione per avere sempre
ragione, basta con la ricchezza sprecata per
i capricci alla faccia dei poveri che
diventano più poveri. Molti si rivolgono al
Vescovo, ai preti, alla Chiesa chiedendo,
pretendendo, gridando, supplicando e allora
viene da dire: “Basta con lo scandalo della
ricchezza, guai a voi, ricchi, perché avete
già ricevuto la vostra consolazione! Ora
a voi ricchi: piangete e gridate per le
sciagure che cadranno su di voi! Le vostre
ricchezze sono marce … ecco, il salario dei
lavoratori che voi non avete pagato, grida …
agli orecchi del Signore onnipotente (Gc
5,1 ss). Basta con le ricchezze accumulate
facendo paura, con le ricchezze acquisite
con la violenza, il furto, lo sfruttamento.
Basta con la ricchezza che non diventa un
bene comune”. Ecco la tentazione di un
vescovo: gridare: Basta!
Basta!
Basta con questo apparato che ci soffoca,
con questa ossessione delle procedure che
impedisce di procedere, questo groviglio di
adempimenti parassiti, che impediscono di
combinare qualche cosa, che assorbono
energie e tempo e intelligenza e non
restituiscono nessun vantaggio. Basta con
questo apparato mantenuto da coloro che ne
sono vittime! Basta con questa zavorra che
impedisce di camminare, che scoraggia
l'intraprendenza, che complica la vita dei
semplici e facilita gli imbrogli dei furbi!
Ecco la tentazione di un vescovo: gridare:
basta!
Basta
con la corruzione dei giovani! Basta con un
mondo adulto che insinua ai giovani che sono
inutili e che a nessuno serve quello che
loro sono, quello che loro sanno, quello che
loro sanno fare. Basta con quelle scelte
astute che insegnano ai giovani che la loro
vita non vale niente e che nessuno sa che
cosa farsene di loro. E perciò dice: “La tua
vita non vale niente, e quindi buttala via!
Fatti del male, rovinati, esagera, buttati
in ogni trasgressione! Spreca il tuo tempo
scambiano la noia per divertimento e
l'esagerazione con l'originalità! Basta con
gli adulti che vendono alcol e droga ai
giovani e restano impuniti e i genitori che
accondiscendono ai capricci e consegnano i
loro figli al nulla: divertiti, tanto sei
giovane; butta via la tua vita, tanto sei
giovane; non impegnarti in niente, tanto sei
giovane! Ecco la tentazione di un vescovo:
dire: basta!
2.
Ma
seguendo il Signore …
Un
vescovo, come ogni uomo ha le sue
tentazioni. Ha anche le sue grazie. E
stasera il Signore ci ha radunati qui per
farci grazia, per darci lucidità e forza per
respingere le tentazioni, seguendo Gesù
sulla via della croce. Invece che sbraitare
contro il sistema e i suoi adoratori, invece
che aizzare il risentimento e fantasticare
di improbabili rivoluzioni, tenendo fisso lo
sguardo su Gesù noi contempliamo il mistero
dell'amore di Dio e la rivelazione della sua
potenza che salva. Come salva il Signore?
Come rende presente il Regno di Dio
principio di vittoria sulle potenze del
male? Portò i nostri peccati. Come
scrive san Carlo: alzate lo sguardo verso
l’alto. Grida il suo chiodo preziosissimo,
grida il sangue di Gesù, il suo
sangue non è come quello di Abele che grida
vendetta contro il fratello omicida, ma
grida misericordia per noi e per noi chiede
incessantemente i ricchissimi doni della
divina tenerezza. Gesù non ha detto:
“Basta!”, ha detto invece: “Eccomi!”.
Ha
consegnato se stesso per liberare noi, ha
reso leggero il nostro peso: “Eccomi!” E
l'ha portato lui. Ha guarito la radice del
male: “Eccomi, questo è il mio corpo dato
per voi” e si è lasciato inghiottire dal
frutto più terribile del male, la morte e
gli inferi.
E
attratti da questo mite, fragile, inerme,
commovente “Eccomi!” si sono lasciati
convincere altri a percorrere la stessa
strada, a praticare lo stesso stile.
La
Veronica di fronte al volto sfigurato si è
fatta avanti con il suo gesto tenerissimo,
inutile come una carezza, necessario come
l'amore: “Eccomi! Resti per sempre scritto
nella mia vita e nel mio panno il tuo
volto!”.
Il
Cireneo trascinato all'imprevista fatica si
è fatto avanti con il suo vigore ignaro,
forse contrariato e di malavoglia, eppure
infine disponibile: “Eccomi! Anch'io porto
un poco della tua croce!”.
E
questo accompagnare Gesù, questo assistere
allo spettacolo della croce fa nascere anche
in ciascuno di noi una commozione, un
interrogativo, uno slancio. È lo Spirito che
ci rende partecipi del sentire e
dell’obbedire di Gesù e sorge in noi forte e
trepida, convinta e sofferta, doverosa e
libera la parola che si dispone alla
sequela. Anche noi diciamo: “eccomi!”.
Di
fronte al soffrire ci sentiamo chiamati:
“Eccomi! Il peso sia condiviso, il dolore
consolato, l’ingiustizia combattuta”
Di
fronte alla desolazione di giovinezze senza
speranza ci sentiamo chiamati: “Eccomi! Ti
annuncio una speranza, mi faccio eco della
parola che ti chiama a fare della tua vita
una missione”.
Di
fronte alla complicazione e allo
scoraggiamento: “Eccomi! Per esercitare la
pazienza, per mettere competenza e
determinazione a servizio di chi si sente
smarrito, per infondere uno slancio che
abbia l’audacia del rinnovamento”.
È
commovente e incoraggiante guardare alle
nostre comunità, alla loro storia e al loro
presente, e sentire che in tutte, tutti i
giorni, in ogni situazione c'è un popolo
innumerevole di persone che si fanno avanti
e dicono: Eccomi! Una folla sterminata di
cirenei che dicono: eccomi, porto anch'io un
poco del tuo peso! Un folla sterminata di
veroniche che dicono: eccomi, non manchi
neppure a te la consolazione di un gesto di
tenerezza.
Così
celebrare la via crucis, incontrare il
Signore che portò i nostri peccati, diventa
vocazione alla sequela, alla vicinanza, alla
condivisione. Non siamo gente arrabbiata che
grida “Basta!”, ma gente umile, mite,
generosa e intelligente che si alza in
piedi, si fa avanti e fa fronte: Eccomi!
Mons.
Mario Delpini, Vicario Generale delle
diocesi
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