6 LUNEDÌ
- Epifania del Signore Gesù - GIORNO DI
PRECETTO FESTIVO
* 8:00 S.
Messa
* 10:30 S.
Messa, presiede padre Mario Pacifici
(+ Carozzi Enrica - - Spada Angelo)
* 15:00
Recita del Santo Rosario nella cappella
dell’oratorio
segue alle ore 15:15 preghiera, benedizione
dei bambini e bacio a Gesù Bambino
* 16:00 nel
salone dell’oratorio: MEGA-TOMBOLATA
7 MARTEDÌ -
* 8:30 S.
Messa nella cappella dell’oratorio (+ don
Giovanni Nosotti)
* 16:30
Catechesi 5a elementare e 1a media
* 17:30
Allenamenti di pallavolo “under 16” presso
la palestra della scuola media
8 MERCOLEDÌ
-
* 9:30 S.
Messa nella cappella dell’oratorio
* 16:30
Catechesi 3a e 4a elementare
* 16:30
Allenamenti di pallavolo “under 12” presso
la palestra della scuola elementare
* 18:00
Allenamenti di pallavolo “under 14” presso
la palestra della scuola media
* 20:45
Catechesi adolescenti, 18enni e giovani
9 GIOVEDÌ -
* 16:40 S.
Messa nella cappella dell’oratorio (+ Riva
Maria e Giulio)
* 17:30
Allenamenti di pallavolo “under 16” presso
la palestra della scuola media
10 VENERDÌ
-
* 8:30 S.
Messa nella cappella dell’oratorio
* 16:30
Allenamenti di pallavolo “under 10” presso
la palestra della scuola elementare
* 18:00
Allenamenti di pallavolo “under 12” presso
la palestra della scuola media
* 18:00
Catechesi 2a e 3a media
11 SABATO -
* 16:30
SPORTELLO CARITAS presso la casa
parrocchiale
* 17:00 S.
Confessioni, in chiesa
* 18:00 S.
Messa domenicale vigiliare (+ Cereda
Ambrogio - - Sala Roberto, Stroppini Felice
e fam. Corno
- - Riva Luciana - - Spada Giuseppe)
12 DOMENICA
- Battesimo di Gesù
* 8:00 S.
Messa (+ Scarpa Antonio)
* 10:30 S.
Messa (+ Pizzarelli Maiorano e fam. - -
Lavelli Angelo - - Albani Pierina)
* 15:15
Battesimo di Raponi Letizia
* 15:30
nella cappella dell’oratorio: recita del
Rosario
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genitori e "piccoli" tutti
impegnati nel gioco della vita: cosa e come
faccio per renderla migliore?
... non solo la mia, ma anche quella della
mia famiglia... ... verso la joy !!!
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
numero
TRECENTO
Dopo
qualche timido tentativo nelle settimane
precedenti, il 1 gennaio 2007 usciva il
primo numero di questo INFORMATORE
a scadenza pressoché settimanale: fedele al
titolo. Il suo obiettivo è di informare,
cioè tenere aggiornati sugli orari e sugli
appuntamenti (infatti questa parola è
diventata il suo nome proprio...). Ma non
abbiamo mai disdegnato un altro compito:
la formazione. Senza troppe pretese (c’è
molta carta "cattolica" in circolazione e
alla portata di tutti...) vogliamo stimolare
la riflessione soprattutto su temi "interni"
che interessano da vicino la nostra
quotidianità, che ci "toccano" insomma,
anche se a volte prestiamo loro troppo poca
attenzione. Come si può notare, avevamo
cominciato parlando di pace e la coincidenza
vuole che questo sia anche oggi l’argomento
principale; prima che la mondo intero - o
per augurarla a tutti - è necessario che
essa trionfi nelle nostre case e nei nostri
cuori: con questo spirito accostiamo il
messaggio del Papa, di cui è possibile
gustare bontà, delicatezza e profondità
anche attraverso la breve sintesi che
pubblichiamo. Contemporaneamente - con la
tempestività di sempre - anche il SITO
parrocchiale www.oratoriosanluigi.org nei
giorni scorsi ha rinnovato la propria
home page, per offrire maggiore immediatezza
e facilità di lettura. Se non vi è ancora
stato possibile, vale la pena di
aprirlo, di prendere confidenza per renderlo
uno strumento sempre più utile. In
particolare devono familiarizzare con esso i
più giovani, spesso collegati a internet
persino dal cellulare lungo la giornata (e
purtroppo anche di notte, all’insaputa
di genitori troppo distratti...).
dA
clicca qui e
rivedrai il numero
1
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porgendo a tutti gli auguri
per un ANNO SERENO E SOLIDALE la Caritas
Parrocchiale ringrazia
tutti i cernuschesi che hanno contribuito,
in diversi modi, alla raccolta di alimenti
nell’anno 2013, rendendo possibile
l’assistenza
alle famiglie in necessità sul nostro
territorio; attualmente le scorte ci
consentono di affrontare i primi mesi del
2014, senza altri interventi - GRAZIE!
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MESSAGGIO DEL PAPA PER LA XLVII GIORNATA
MONDIALE DELLA PACE
«In
questo mio primo Messaggio per la Giornata
Mondiale della Pace, desidero rivolgere a
tutti, singoli e popoli, l'augurio di
un'esistenza colma di gioia e di speranza.
Nel cuore di ogni uomo e di ogni donna
alberga, infatti, il desiderio di una vita
piena, alla quale appartiene un anelito
insopprimibile alla fraternità, che sospinge
verso la comunione con gli altri, nei quali
troviamo non nemici o concorrenti, ma
fratelli da accogliere ed abbracciare.
Infatti, la fraternità è una dimensione
essenziale dell'uomo, il quale è un essere
relazionale. La viva consapevolezza di
questa relazionalità ci porta a vedere e
trattare ogni persona come una vera sorella
e un vero fratello; senza di essa diventa
impossibile la costruzione di una società
giusta, di una pace solida e duratura. E
occorre subito ricordare che la fraternità
si comincia ad imparare solitamente in seno
alla famiglia, soprattutto grazie ai ruoli
responsabili e complementari di tutti i suoi
membri, in particolare del padre e della
madre. La famiglia è la sorgente di ogni
fraternità, e perciò è anche il fondamento e
la via primaria della pace, poiché, per
vocazione, dovrebbe contagiare il mondo con
il suo amore.
Il numero sempre crescente di
interconnessioni e di comunicazioni che
avviluppano il nostro pianeta rende più
palpabile la consapevolezza dell'unità e
della condivisione di un comune destino tra
le Nazioni della terra. Nei dinamismi della
storia, pur nella diversità delle etnie,
delle società e delle culture, vediamo
seminata così la vocazione a formare una
comunità composta da fratelli che si
accolgono reciprocamente, prendendosi cura
gli uni degli altri. Tale vocazione è però
ancor oggi spesso contrastata e smentita nei
fatti, in un mondo caratterizzato da quella
“globalizzazione dell'indifferenza” che ci
fa lentamente “abituare” alla sofferenza
dell'altro, chiudendoci in noi stessi.
La globalizzazione, come ha affermato
Benedetto XVI, ci rende vicini, ma non ci
rende fratelli... Così la convivenza umana
diventa sempre più simile a un mero do ut
des pragmatico ed egoista.
In pari tempo appare chiaro che anche le
etiche contemporanee risultano incapaci di
produrre vincoli autentici di fraternità,
poiché una fraternità priva del riferimento
ad un Padre comune, quale suo fondamento
ultimo, non riesce a sussistere. Una vera
fraternità tra gli uomini suppone ed esige
una paternità trascendente. A partire dal
riconoscimento di questa paternità, si
consolida la fraternità tra gli uomini,
ovvero quel farsi “prossimo” che si prende
cura dell'altro.
Per comprendere meglio questa vocazione
dell'uomo alla fraternità... è fondamentale
farsi guidare dalla conoscenza del disegno
di Dio, quale è presentato in maniera
eminente nella Sacra Scrittura...
L'uccisione di Abele da parte di Caino
attesta tragicamente il rigetto radicale
della vocazione ad essere fratelli...
Occorre interrogarsi sui motivi profondi che
hanno indotto Caino a misconoscere il
vincolo di fraternità e, assieme, il vincolo
di reciprocità e di comunione che lo legava
a suo fratello Abele.
Il racconto di Caino e Abele insegna che
l'umanità porta inscritta in sé una
vocazione alla fraternità, ma anche la
possibilità drammatica del suo tradimento.
Lo testimonia l'egoismo quotidiano, che è
alla base di tante guerre e tante
ingiustizie: molti uomini e donne muoiono
infatti per mano di fratelli e di sorelle
che non sanno riconoscersi tali, cioè come
esseri fatti per la reciprocità, per la
comunione e per il dono.
Sorge spontanea la domanda: gli uomini e le
donne di questo mondo potranno mai
corrispondere pienamente all'anelito di
fraternità, impresso in loro da Dio Padre?
...
Parafrasando le sue parole, potremmo così
sintetizzare la risposta che ci dà il
Signore Gesù: poiché vi è un solo Padre, che
è Dio, voi siete tutti fratelli (cfr Mt
23,8-9). La radice della fraternità è
contenuta nella paternità di Dio. Non si
tratta di una paternità generica, indistinta
e storicamente inefficace, bensì dell'amore
personale, puntuale e straordinariamente
concreto di Dio per ciascun uomo (cfr Mt
6,25-30)...
In particolare, la fraternità umana è
rigenerata in e da Gesù Cristo con la sua
morte e risurrezione. La croce è il “luogo”
definitivo di fondazione della fraternità,
che gli uomini non sono in grado di generare
da soli... Come si legge nella Lettera agli
Efesini, Gesù Cristo è colui che in sé
riconcilia tutti gli uomini. Egli è la pace,
poiché dei due popoli ne ha fatto uno solo,
abbattendo il muro di separazione che li
divideva, ovvero l'inimicizia. Egli ha
creato in se stesso un solo popolo, un solo
uomo nuovo, una sola nuova umanità (cfr
2,14-16)...
L'uomo riconciliato vede in Dio il Padre di
tutti e, per conseguenza, è sollecitato a
vivere una fraternità aperta a tutti. In
Cristo, l'altro è accolto e amato come
figlio o figlia di Dio, come fratello o
sorella, non come un estraneo, tantomeno
come un antagonista o addirittura un nemico.
Nella famiglia di Dio, dove tutti sono figli
di uno stesso Padre, e perché innestati in
Cristo, figli nel Figlio, non vi sono “vite
di scarto”. Tutti godono di un'eguale ed
intangibile dignità. Tutti sono amati da
Dio, tutti sono stati riscattati dal sangue
di Cristo, morto in croce e risorto per
ognuno. È questa la ragione per cui non si
può rimanere indifferenti davanti alla sorte
dei fratelli.
Ciò premesso, è facile comprendere che la
fraternità è fondamento e via per la pace...
Paolo VI afferma che non soltanto le
persone, ma anche le Nazioni debbono
incontrarsi in uno spirito di fraternità. E
spiega: «In questa comprensione e amicizia
vicendevoli, in questa comunione sacra noi
dobbiamo … lavorare assieme per edificare
l'avvenire comune dell'umanità». Questo
dovere riguarda in primo luogo i più
favoriti. I loro obblighi sono radicati
nella fraternità umana e soprannaturale e si
presentano sotto un triplice aspetto: il
dovere di solidarietà, che esige che le
Nazioni ricche aiutino quelle meno
progredite; il dovere di giustizia sociale,
che richiede il ricomponimento in termini
più corretti delle relazioni difettose tra
popoli forti e popoli deboli; il dovere di
carità universale, che implica la promozione
di un mondo più umano per tutti, un mondo
nel quale tutti abbiano qualcosa da dare e
da ricevere, senza che il progresso degli
uni costituisca un ostacolo allo sviluppo
degli altri...
Nella Caritas in veritate Benedetto XVI
ricordava al mondo come la mancanza di
fraternità tra i popoli e gli uomini sia una
causa importante della povertà. In molte
società sperimentiamo una profonda povertà
relazionale dovuta alla carenza di solide
relazioni familiari e comunitarie.
Assistiamo con preoccupazione alla crescita
di diversi tipi di disagio, di
emarginazione, di solitudine e di varie
forme di dipendenza patologica. Una simile
povertà può essere superata solo attraverso
la riscoperta e la valorizzazione di
rapporti fraterni in seno alle famiglie e
alle comunità, attraverso la condivisione
delle gioie e dei dolori, delle difficoltà e
dei successi che accompagnano la vita delle
persone.
Inoltre, se da un lato si riscontra una
riduzione della povertà assoluta, dall'altro
lato non possiamo non riconoscere una grave
crescita della povertà relativa, cioè di
diseguaglianze tra persone e gruppi che
convivono in una determinata regione o in un
determinato contesto storico-culturale. In
tal senso, servono anche politiche efficaci
che promuovano il principio della
fraternità, assicurando alle persone -
eguali nella loro dignità e nei loro diritti
fondamentali - di accedere ai “capitali”, ai
servizi, alle risorse educative, sanitarie,
tecnologiche affinché ciascuno abbia
l'opportunità di esprimere e di realizzare
il suo progetto di vita, e possa svilupparsi
in pienezza come persona.
Si ravvisa anche la necessità di politiche
che servano ad attenuare una eccessiva
sperequazione del reddito. Non dobbiamo
dimenticare l'insegnamento della Chiesa
sulla cosiddetta ipoteca sociale, in base
alla quale se è lecito, come dice san
Tommaso d'Aquino, anzi necessario «che
l'uomo abbia la proprietà dei beni»[12],
quanto all'uso, li «possiede non solo come
propri, ma anche come comuni, nel senso che
possono giovare non unicamente a lui ma
anche agli altri».
Infine, vi è un ulteriore modo di promuovere
la fraternità - e così sconfiggere la
povertà - che dev'essere alla base di tutti
gli altri. È il distacco di chi sceglie di
vivere stili di vita sobri ed essenziali, di
chi, condividendo le proprie ricchezze,
riesce così a sperimentare la comunione
fraterna con gli altri. Ciò è fondamentale
per seguire Gesù Cristo ed essere veramente
cristiani. È il caso non solo delle persone
consacrate che professano voto di povertà,
ma anche di tante famiglie e tanti cittadini
responsabili, che credono fermamente che sia
la relazione fraterna con il prossimo a
costituire il bene più prezioso...
Nell'anno trascorso, molti nostri fratelli e
sorelle hanno continuato a vivere
l'esperienza dilaniante della guerra, che
costituisce una grave e profonda ferita
inferta alla fraternità.
Molti sono i conflitti che si consumano
nell'indifferenza generale. A tutti coloro
che vivono in terre in cui le armi impongono
terrore e distruzioni, assicuro la mia
personale vicinanza e quella di tutta la
Chiesa... Per questo motivo desidero
rivolgere un forte appello a quanti con le
armi seminano violenza e morte: riscoprite
in colui che oggi considerate solo un nemico
da abbattere il vostro fratello e fermate la
vostra mano! Rinunciate alla via delle armi
e andate incontro all'altro con il dialogo,
il perdono e la riconciliazione per
ricostruire la giustizia, la fiducia e la
speranza intorno a voi! «In quest'ottica,
appare chiaro che nella vita dei popoli i
conflitti armati costituiscono sempre la
deliberata negazione di ogni possibile
concordia internazionale, creando divisioni
profonde e laceranti ferite che richiedono
molti anni per rimarginarsi. Le guerre
costituiscono il rifiuto pratico a
impegnarsi per raggiungere quelle grandi
mete economiche e sociali che la comunità
internazionale si è data».
Non possiamo però non constatare che gli
accordi internazionali e le leggi nazionali,
pur essendo necessari ed altamente
auspicabili, non sono sufficienti da soli a
porre l'umanità al riparo dal rischio dei
conflitti armati. È necessaria una
conversione dei cuori che permetta a
ciascuno di riconoscere nell'altro un
fratello di cui prendersi cura, con il quale
lavorare insieme per costruire una vita in
pienezza per tutti...
La fraternità ha bisogno di essere scoperta,
amata, sperimentata, annunciata e
testimoniata. Ma è solo l'amore donato da
Dio che ci consente di accogliere e di
vivere pienamente la fraternità...
Maria, la Madre di Gesù, ci aiuti a
comprendere e a vivere tutti i giorni la
fraternità che sgorga dal cuore del suo
Figlio, per portare pace ad ogni uomo su
questa nostra amata terra.
FRANCISCUS
il testo integrale si trova
sul sito: www.vatican.va
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LA CAPPELLA
DELL’ORATORIO
per tutto l’inverno diventa
il cuore pulsante della preghiera della
Comunità; ivi si svolgono tutte le
celebrazioni "feriali",
segnate dalla piena gratuità: "ci vado,
perché lo voglio, sottraendo qualche minuto
ad altre incombenze"! La cappella ,
negli orari di apertura dell’oratorio, è
accessibile a chiunque voglia sostare
davanti a Gesù, nell’intimità e nel silenzio
(per quanto segnato dal viavai dei piccoli.
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