dal 27 Febbraio
al 4 Marzo 2012 |
27 LUNEDÌ
- 28 MARTEDÌ
- 29
MERCOLEDÌ - MARZO 1 GIOVEDÌ
- 2 VENERDÌ
- in spirito penitenziale e in ricordo dei patimenti di
Gesù, invitiamo OGGI al DIGIUNO 3 SABATO
- 4 DOMENICA
- SECONDA DI QUARESIMA **********************************************************************************************
dalle parole del
PAPA la Quaresima - percorso
segnato dalla preghiera e dalla condivisione, dal
silenzio e dal digiuno - ci offre ancora una volta
l'opportunità di riflettere sul cuore della vita
cristiana: la carità. Prestare attenzione L'invito a «fare attenzione» è formulato con il verbo greco katanoein, che significa osservare bene, essere attenti, guardare con consapevolezza, accorgersi di una realtà. Lo troviamo nel Vangelo, quando Gesù invita i discepoli a «osservare» gli uccelli del cielo, che pur senza affannarsi sono oggetto della sollecita e premurosa Provvidenza divina, e a «rendersi conto» della trave che c'è nel proprio occhio prima di guardare alla pagliuzza nell'occhio del fratello. Lo troviamo anche in un altro passo della stessa Lettera agli Ebrei, come invito a «prestare attenzione a Gesù» (3,1), l'apostolo e sommo sacerdote della nostra fede. Quindi, il verbo che apre la nostra esortazione invita a fissare lo sguardo sull'altro, prima di tutto su Gesù, e ad essere attenti gli uni verso gli altri, a non mostrarsi estranei, indifferenti alla sorte dei fratelli. Spesso, invece, prevale l'atteggiamento contrario: l'indifferenza, il disinteresse, che nascono dall'egoismo, mascherato da una parvenza di rispetto per la «sfera privata». L'attenzione all'altro comporta desiderare per lui o per lei il bene, sotto tutti gli aspetti: fisico, morale e spirituale. La cultura contemporanea sembra aver smarrito il senso del bene e del male, mentre occorre ribadire con forza che il bene esiste e vince, perché Dio è «buono e fa il bene» (Sal 119,68). Il «prestare attenzione» al fratello comprende altresì la premura per il suo bene spirituale. E qui desidero richiamare un aspetto della vita cristiana che mi pare caduto in oblio: la correzione fraterna in vista della salvezza eterna. Oggi, in generale, si è assai sensibili al discorso della cura e della carità per il bene fisico e materiale degli altri, ma si tace quasi del tutto sulla responsabilità spirituale verso i fratelli. «Rimprovera il saggio ed egli ti sarà grato. Dà consigli al saggio e diventerà ancora più saggio; istruisci il giusto ed egli aumenterà il sapere» (Pr 9,8s). Gli uni agli altri I discepoli del Signore, uniti a Cristo mediante l'Eucaristia, vivono in una comunione che li lega gli uni agli altri come membra di un solo corpo. Ciò significa che l'altro mi appartiene, la sua vita, la sua salvezza riguardano la mia vita e la mia salvezza. Tocchiamo qui un elemento molto profondo della comunione: la nostra esistenza è correlata con quella degli altri, sia nel bene che nel male; sia il peccato, sia le opere di amore hanno anche una dimensione sociale. Nella Chiesa, corpo mistico di Cristo, si verifica tale reciprocità: la comunità non cessa di fare penitenza e di invocare perdono per i peccati dei suoi figli, ma si rallegra anche di continuo e con giubilo per le testimonianze di virtù e di carità che in essa si dispiegano. «Le varie membra abbiano cura le une delle altre» (1Cor 12,25). Per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone Questa espressione della Lettera agli Ebrei (10,24) ci spinge a considerare la chiamata universale alla santità, il cammino costante nella vita spirituale, ad aspirare ai carismi più grandi e a una carità sempre più alta e più feconda. L'attenzione reciproca ha come scopo il mutuo spronarsi ad un amore effettivo sempre maggiore, «come la luce dell'alba, che aumenta lo splendore fino al meriggio». Il tempo che ci è dato nella nostra vita è prezioso per scoprire e compiere le opere di bene, nell'amore di Dio. Purtroppo è sempre presente la tentazione della tiepidezza, del soffocare lo Spirito, del rifiuto di «trafficare i talenti» che ci sono donati per il bene nostro e altrui. I maestri spirituali ricordano che nella vita di fede chi non avanza retrocede. Cari fratelli e sorelle, accogliamo l'invito sempre attuale a tendere alla «misura alta della vita cristiana». La sapienza della Chiesa nel riconoscere e proclamare la beatitudine e la santità di taluni cristiani esemplari, ha come scopo anche di suscitare il desiderio di imitarne le virtù. San Paolo esorta: «gareggiate nello stimarvi a vicenda». Con l'augurio di una santa e feconda Quaresima, vi affido all'intercessione della Beata Vergine Maria e di cuore imparto a tutti la Benedizione Apostolica. Benedetto XVI, papa
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A tutti coloro che per responsabile scelta personale e per dono di Dio, portano questo titolo: Genitori, mi rivolgo a tutti voi, a chi ha figli piccoli, a chi ha ancora figli in casa, a chi è tentato dal prendere le distanze dai figli che ormai fanno quello che vogliono, a chi si sente un pò trascurato dai figli cresciuti e a chi è contento dei figli che ha. All’inizio di questa Quaresima vorrei suggerirvi una semplice parola: santità, anzi solo quel tratto di questa, che vi riguarda da vicino . Non fatevi impressionare dalla sua altisonanza, non è difficile da comprendere e neppure da raggiungere. Piuttosto è scomodo ricordarla, perché essa segna il confine tra l’uomo grande agli occhi del mondo e il figlio cresciuto bene: il genitore ha il potere di tracciare nel cuore della sua creatura questo confine. Il primo viene pesato a chili: quanto riesce a fare, quanto è (è stato) bravo a scuola; quanto si parla di lui, quanto guadagna,...; per il secondo occorre una bilancia di precisione: è il suo spessore interiore, la sua sensibilità, la profondità del suo cuore che vengono curati con dispendio. Il primo è l’orgoglio del genitore che lo ha anche accompagnato a tutti gli incontri di calcio, alle esibizioni di danza, alle feste in discoteca, ...; il secondo è la fatica del genitore che gli ricorda che deve aiutare in casa, che deve salutare e chiedere per favore anche se lui - il figlio - è stanco... È la clamorosa differenza tra il fare le cose con lui (si può dire sottilmente: il "farsi" con lui... ...) e l’essere accanto a lui (dalla sua parte, senza confondere i ruoli). E alla fine, sempre il primo offrirà al genitore un ricovero dorato con i suoi soldi (se sarà un buon investimento...); il secondo seguirà col suo sorriso, lamenterà il peso, ma - forse o certamente - non si tirerà indietro. Questi non sono due stili educativi diversi, ma due tensioni dello stesso genitore; ed ecco la santità: una battaglia gioiosa per un quotidiano buono, onesto, capace di dare il giusto valore al tempo della vita; una battaglia combattuta per il figlio che cresce e per quello già cresciuto, perchè l’influsso della forza educante del genitore nel trasmettere il bene non finisce mai. dA ********************************************************************************* in oratorio è stata distribuita la "carta Q" che accompagna i ragazzi nel cammino di quaresima:
soprattutto i genitori dei piccoli devono prenderne visione per rendere facile e fruttuoso il suo uso! ***********************************************************************************
GIORNATA DI RITIRO **** poi nelle prossime
domeniche: **** per la 1a media: domenica 18 marzo **** per la 4a elem.: domenica 25 marzo ***********************************************************************************************
"a furor di popolo"
(tutto da interpretare, ah,aahhh...) **********************************************************************************************
*************************************************************************************** GRUPPI DI ASCOLTO CHI CI OSPITA: Consonni Antonello - via Pensiero 5 Pirovano Angelo - via Pergolesi 11 Guzzon Angelo - via Donatori 2 Ravasio Maria - via S. Marco 2E Casa San Paolo - via Vitt. Emanuele 2 Oratorio San Luigi - via Lecco 43 ******************************************************************************************
IL VENERDÌ
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