La
vera giovinezza risiede e
fiorisce in chi non si
chiude alla vita. Essa è
testimoniata da chi non
rifiuta il suo dono – a
volte misterioso e delicato
– e da chi si dispone a
esserne servitore e non
padrone in se stesso e negli
altri. Del resto, nel
Vangelo, Cristo stesso si
presenta come “servo” (cfr
Lc 22,27), secondo la
profezia dell'Antico
Testamento. Chi vuol farsi
padrone della vita,
invecchia il mondo.
Educare
i giovani a cercare la vera
giovinezza, a compierne i
desideri, i sogni, le
esigenze in modo profondo, è
una sfida oggi centrale. Se
non si educano i giovani al
senso e dunque al rispetto e
alla valorizzazione della
vita, si finisce per
impoverire l'esistenza di
tutti, si espone alla deriva
la convivenza sociale e si
facilita l'emarginazione di
chi fa più fatica. L'aborto
e l'eutanasia sono le
conseguenze estreme e
tremende di una mentalità
che, svilendo la vita,
finisce per farli apparire
come il male minore: in
realtà, la vita è un bene
non negoziabile, perché
qualsiasi compromesso apre
la strada alla
prevaricazione su chi è
debole e indifeso.
Educare
i giovani alla vita
significa offrire esempi,
testimonianze e cultura che
diano sostegno al desiderio
di impegno che in tanti di
loro si accende appena
trovano adulti disposti a
condividerlo. Per educare i
giovani alla vita occorrono
adulti contenti del dono
dell'esistenza, nei quali
non prevalga il cinismo, il
calcolo o la ricerca del
potere, della carriera o del
divertimento fine a se
stesso.
I
giovani di oggi sono spesso
in balia di strumenti –
creati e manovrati da adulti
e fonte di lauti guadagni –
che tendono a soffocare
l'impegno nella realtà e la
dedizione all'esistenza.
Eppure quegli stessi
strumenti possono essere
usati proficuamente per
testimoniare una cultura
della vita. Molti giovani,
in ogni genere di situazione
umana e sociale, non
aspettano altro che un
adulto carico di simpatia
per la vita che proponga
loro senza facili moralismi
e senza ipocrisie una strada
per sperimentare
l'affascinante avventura
della vita.
È una
chiamata che la Chiesa sente
da sempre e da cui oggi si
lascia con forza
interpellare e guidare. Per
questo, la rilancia a tutti
– adulti, istituzioni e
corpi sociali –, perché chi
ama la vita avverta la
propria responsabilità verso
il futuro. Molte e
ammirevoli sono le
iniziative in difesa della
vita, promosse da singoli,
associazioni e movimenti. È
un servizio spesso
silenzioso e discreto, che
però può ottenere risultati
prodigiosi. È un esempio
dell'Italia migliore, pronta
ad aiutare chiunque versa in
difficoltà.
Gli
anni recenti, segnati dalla
crisi economica, hanno
evidenziato come sia
illusoria e fragile l'idea
di un progresso illimitato e
a basso costo, specialmente
nei campi in cui entra più
in gioco il valore della
persona. Ci sono curve della
storia che incutono in
tutti, ma soprattutto nei
più giovani, un senso di
inquietudine e di
smarrimento. Chi ama la vita
non nega le difficoltà: si
impegna, piuttosto, a
educare i giovani a scoprire
che cosa rende più aperti al
manifestarsi del suo senso,
a quella trascendenza a cui
tutti anelano, magari a
tentoni. Nasce così un
atteggiamento di servizio e
di dedizione alla vita degli
altri che non può non
commuovere e stimolare anche
gli adulti.
La vera
giovinezza si misura nella
accoglienza al dono della
vita, in qualunque modo essa
si presenti con il sigillo
misterioso di Dio.
CONSIGLIO EPISCOPALE
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