Lidia al lavoro sul
ponteggio
MURA CHE
PARLANO
Entrare in via Lecco dal semaforo da
oggi sarà un piacere più grande, un
sentirsi subito a casa per tutti noi che
siamo parte della Comunità Cristiana; ma
sarà orgoglio anche per chi fa un pò più
fatica a credere, riconoscendo il buon
lavoro (speriamo) che il nostro oratorio
svolge nell’ambito dell’educazione dei
piccoli, ma anche (speriamo sempre più)
il crescente sforzo di favorire lo
sviluppo della crescita delle famiglie,
degli adulti, delle relazioni genuine,
insomma della vita.
Tutto è cominciato per caso, o forse è
meglio dire per disgrazia: la scorsa
primavera, le sue piogge, ci aveva
portato l’allagamento del palco del
salone del cinema dopo il cedimento in
più punti delle tegole del tetto,
stracotte dallo scorrere degli anni.
L’intervento per la sostituzione
dell’intera copertura era urgente,
l’impegno economico importante anche in
conseguenza della struttura - il
ponteggio - che doveva essere allestita
per facilitare i lavori e consentirne lo
svolgimento in sicurezza. Di qui la
necessità di rendere "conveniente"
l’investimento: è stata presa la
decisione di intervenire su tutto il
blocco della costruzione che copre -
pensate! - il solo palco del salone
cine-teatro. Quindi ciò che avremmo
fatto tra due-tre anni è stato
anticipato e abbiamo approfittato
dell’occasione per dare risalto al nome
e al logo che distingue il nostro
ambiente. L’impegnativa opera di
realizzazione è stata affidata a Lidia
Lorenzoni che, oltre ad essere mamma di
due bambine dell’oratorio, è qualificata
professionista in questo campo.
Il risultato, ottenuto in collaborazione
con la sua collega Stefania, è tutto da
vedere e - ci auguriamo - da apprezzare.
Sull’opera ecco le considerazioni
dell’Autrice:
simbologia presente nel murales
Nel voler
posizionare il logo sulla grande parete
dell'edificio abbiamo aggiunto alcuni
elementi simbolici per esaltare il
significato del lavoro immenso che c'è
nell'oratorio.
Il murales è uno sviluppo geometrico in
sette mosse (un riferimento neppure
troppo velato alla bellezza e
grandiosità della creazione) di un
quadrato (la casa, la stabilità della
nostra vita,...) che si trasforma in
cerchio (il desiderio di perfezione,...)
il tutto arricchito da "persone" (grandi
e piccini, come sempre deve essere in
oratorio) che in una danza di gioia si
avvicinano al cuore del logo.
Secondo la sensibilità di ciascuno, nel
murales possiamo cogliere altre
"scritte": il cerchio come segno della
realtà del Cielo; il quadrato come
figura del terrestre, della concretezza
della vita; "leggiamo" anche i colori
degli uomini che riprendono le varie
tonalità presenti nel logo, quasi a
dire i sentimenti e le intenzioni di chi
dell'oratorio vuole e sa di essere parte
fondamentale in un gioco armonioso.
E così via: un
segno tangibile della nostra
appartenenza!"
Lidia
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lavoro
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