|
|
|
|
|
in margine alla joy company e al rinnovo della professione di fede Il dovere Educare alla responsabilità è sviluppare il senso del “dovere”. Dicono che negli ultimi dieci o quindici anni è aumentato il numero di genitori che invece di chiedere ai figli di fare qualcosa, li servono docilmente. Sono nati così quelli che vengono chiamati “i piccoli tiranni”. I genitori possono definire la situazione all'incirca in questi termini: «Siamo tutti sulla stessa barca e l'equipaggio è composto da quattro membri. Su questa barca tutti sono bene accetti. Ma non abbiamo nessuna intenzione di tenere a bordo un clandestino». Gli argini Un sociologo famoso definisce “liquida” la nostra società. Qualcuno saggiamente aggiunge “e anche un pò paludosa”. Dove nasce la palude? Là dove un fiume perde gli argini: senza di essi diventa una palude. Parlare di educazione alla responsabilità significa parlare di “argini”, cioè di punti fermi che consentono di costruire una vita bella, utile, orientata e forte. Autorità Nessuno può parlare di responsabilità, se non la vive. Si dice che troppi adulti - soprattutto tra i venti e i quarant'anni - non sono veramente in grado di prendersi la responsabilità della propria vita. Ma se si vogliono educare i figli in modo che imparino a confidare su una solida autorità "interna", che li metta in grado di prendere le loro decisioni sociali ed esistenziali, occorre guidarli con una ferma e delicata autorità "esterna". Ubbidienza Un bambino semplicemente ubbidiente si abitua a una forma di controllo esterno. Questo può danneggiare la sua autostima e lo sviluppo della sua responsabilità personale e genera sensazioni di isolamento, inferiorità o vergogna. Con il tempo si metterà in qualche compagnia che assumerà potere su di lui come hanno fatto i suoi genitori: «Se fai come noi, sei dei nostri, altrimenti sei fuori!» La sfida quotidiana consiste nel trovare l'equilibrio tra il comando e la capacità di "spiegare", motivare, illuminare con competenza e con pazienza. Per far questo ci vuole tempo, ci vuole dedicare tempo... |
