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13 LUNEDÌ - 14 MARTEDÌ - 15 MERCOLEDÌ - 16 GIOVEDÌ - 17 VENERDÌ - 18 SABATO - 19 DOMENICA - DIVINA MATERNITÀ
DELLA BEATA VERGINE MARIA
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ULTIMO DELL’ANNO **************************************************************************************** IL nostro ARCIVESCOVO scrive ai BAMBINI Con la sensibilità
che lo ha contraddistinto in questi anni, *** lettera + cd € 3,00
è possibile vederla e prenotarla in oratorio Pellegrinaggio Parrocchiale dal 12 al 15 maggio 2011 Giovedì 12 maggio: Cernusco Lombardone - Loreto Partenza in pullman al mattino da Cernusco Lombardone per Loreto. Sistemazione in albergo e pranzo. Nel pomeriggio visita al Santuario rinascimentale dedicato alla Beata Vergine Maria che custodisce la Santa Casa. In serata rientro in albergo, cena e pernottamento. Venerdì 13 maggio: Loreto - San Giovanni Rotondo Colazione. La mattina partenza per San Giovanni Rotondo, sistemazione in albergo e pranzo. Nel pomeriggio visite al convento di Santa Maria delle Grazie, dove Padre Pio ha vissuto ed è morto, e partecipazione alle funzioni religiose. In serata rientro in albergo, cena e pernottamento. Sabato 14 maggio: San Giovanni Rotondo - Norcia - Cascia Colazione. La mattina partenza per Norcia, breve visita della città ricca di numerose risorse ambientali, artistiche, gastronomiche e culturali che la rendono attraente ed unica agli occhi di ogni visitatore. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio continuazione per Cascia. Sistemazione in albergo, cena e pernottamento. Domenica 15 maggio: Cascia - Cernusco Lombardone Colazione e pranzo in albergo. La mattina giro orientativo di Cascia che come gran parte delle città dell'Umbria, durante il medioevo conosce il periodo di massimo splendore. Tempo per le funzioni religiose e per la visita dei luoghi di Santa Rita. Nel pomeriggio continuazione per il rientro a Cernusco Lombardone dove è previsto l'arrivo in tarda serata. Quota netta di partecipazione: € 460,00. Supplemento camera singola: € 75,00 La quota comprende: Viaggio in pullman - Sistemazione in hotel 3 stelle; trattamento di pensione completa dal pranzo del 12 al pranzo del 15 Maggio; accompagnatore Brevivet - auricolari intero tour. Assistenza sanitaria, assicurazione bagaglio e annullamento viaggio Europ Assistance. La quota non comprende: Bevande - Mance - ingressi oltre a quelli inclusi - extra personali ISCRIZIONI: versando la caparra di
€ 150,00 entro domenica 31 gennaio 2011 (in caso di
mancata partecipazione è prevista la
**************************************************************************************** SAN CARLO E LA VOCAZIONE DEL CRISTIANO La vocazione del cristiano alla santità Se non avviene l'incontro con Colui che chiama, come si potrà parlare di vocazione? Nella cultura del nostro tempo la persuasione che la vita sia una vocazione sembra dimenticata: è la conseguenza inevitabile dell'estraniarsi da Dio. Solo in una visione unitaria dell'esistenza, permeata dalla grazia, si può pensare che la vita sia una vocazione. Oggi però la frammentarietà del vivere, la paura di fronte ad ogni scelta definitiva, la debolissima coscienza di pensare a Dio come al proprio inizio e la mancanza del desiderio della vita eterna, rendono fragile ed estranea l'idea stessa della vita come vocazione. Così non trova più una motivazione valida l'impegno necessario per mettere a frutto le capacità e le qualità delle persone al servizio del Regno di Dio e della società. Solo una forte riscoperta di Dio, che dà inizio alla vita di ogni uomo, che lo accompagna nell'esistenza e lo aspetta al di là della morte, è in grado di restituire alla vita il fascino di una vocazione. Perciò essa va coltivata nella fede; per questo è necessario introdurre alla persona viva e concreta di Gesù, aiutare a sostenere un intimo e personale rapporto con lui. Chi incontrava san Carlo, si accorgeva di questo straordinario legame che lo univa a Cristo. La vocazione del cristiano alla santità va coltivata nei bambini e nei ragazzi fin dai primi anni di vita, innanzitutto da parte dei genitori, che in questo hanno una preziosa e grande responsabilità. Il paziente e rasserenante esercizio della preghiera del mattino e della sera, un'adeguata e progressiva meditazione delle sante Scritture, la pratica frequente dell'esame di coscienza, la frequentazione di racconti e di uomini ispirati dallo Spirito di Dio possono rendere sempre più viva e certa la percezione della praticabilità della via della santificazione. I giovani e gli adulti tengono viva la loro vocazione se imparano a stare vicini a Gesù, se diventano sempre più misericordiosi nel giudicare gli altri e sempre più esigenti nel mettere in discussione se stessi. Ad ogni età, soprattutto nei momenti di discernimento, la grazia è luce che illumina e forza che trasfigura la vita. Solo così maturano scelte che hanno il sapore dello stile cristiano del vivere, pubblico e privato, in quanti sono docili agli inviti persuasivi del Signore. Anche se si è circondati da stima e ammirazione, da salute e da ricchezza, non si può mettere a tacere una cristiana inquietudine circa l'altezza della propria vocazione e la modestia della propria risposta. Bisogna restare più vicini a Gesù per essere sempre più coscienti del groviglio di esitazioni e di slanci, di amore e di paure che oggi si incontrano nel rispondere alla propria specifica vocazione. È necessario invocare dal Signore una libertà più lieta, una dedizione più totale, una consacrazione più tipica e definitiva. Carlo Borromeo e la conversione della vita In san Carlo vocazione e santità crescono insieme. Fissando lo sguardo su Gesù e meditando la sua Passione, il Borromeo si lascia toccare dall'insistenza del Signore nel chiamare i suoi amici a stare con lui, a seguirlo, e avverte un bisogno di forte imitazione. Perché è così solo il Signore, Lui che è morto per tutti? E perché i figli di Dio continuano a lasciarlo in questa solitudine? San Carlo, di fronte ad alcune scelte della propria vita e davanti alle necessità pastorali della Chiesa, ha provato una profonda tristezza che lo ha portato a considerare con serietà l'intera esistenza. Che cosa devo fare? La vera conversione del suo cuore verso l'amore per Gesù è coincisa con la scoperta della sua vocazione. San Carlo invita anche noi ad entrare. in questo sentire spirituale. Consideriamo le attenzioni che il Signore ha avuto per noi, la pazienza con cui ci ha istruito, le molte grazie che ci hanno custodito nel corso degli anni. Allora, in qualche momento di sincerità, ci può capitare di avvertire il sospiro di Gesù: ma non comprendete ancora? (Marco 8,21). Ci può nascere nel cuore un anelito a superare ogni forma di paura o di mediocrità e avvertire quanto sia esigente la parola che ci chiama ad essere perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste (Matteo 5,48). La vocazione, che innanzitutto è vocazione alla santità, va intuita, compresa, accolta e coltivata. San Carlo pregava a lungo nella notte, digiunava spesso, si confessava con molta frequenza, non si risparmiava nel lavoro. Le sue modalità sembrano a volte addirittura esagerate. Quando si ama, si esagera sempre. E a me sembra che nella ricerca della santità sia sempre necessaria una qualche esagerazione da cui non dobbiamo difenderci. L'esempio di san Carlo è affascinante: egli vorrebbe essere tutto luce e invece quante ombre! Vorrebbe essere tutto fuoco e invece quanta tiepidezza! Pur avendo molti beni, si decide a venderli e a darli ai poveri: sente insostenibile la ricchezza, una zavorra indifendibile. Anche se potrebbe avere molti servitori ed evita re fastidi, si fa servo degli altri e non si sottrae a fatiche e pericoli: come accostarsi alla mensa del Signore senza provare imbarazzo di fronte all'esempio di Cristo e al suo sguardo penetrante? Anche se è molto stanco, non si concede un riposo troppo comodo: come, altrimenti, rispondere al Signore: Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? (Matteo 26,40)! Anche se incontra molte contrarietà, critiche ingiuste, incomprensioni, non se ne stupisce: come, altrimenti, potrebbe presumere di partecipare alla stessa Passione di Gesù? L'impegno profuso da san Carlo per l'impostazione del seminario diocesano secondo le direttive del Concilio di Trento, l'attenzione costante alla vita dei preti, i numerosi interventi per incoraggiare nuove forme di vita consacrata e per la riforma degli ordini religiosi tradizionali, non sono tanto l'espressione di una strategia organizzativa, quanto un'irradiazione della sua santità, che contagia gente di buona volontà e suscita vocazioni e santità per la riforma della Chiesa. La vocazione e le vocazioni La vocazione universale alla santità dà inizio, mediante il Battesimo, ad un singolare cammino di fede che dura tutta la vita. Ogni persona che accoglie il dono della comunione con Dio è chiamata a coltivarlo con discernimento e impegno, secondo la propria libertà. Questa vocazione universale alla santità impegna ogni cristiano a trasmettere lo fede. La fede, vissuta nella Chiesa, toglie l'uomo dalla più assoluta solitudine, dà un senso alle varie esperienze quotidiane, indica la misura alta dell'amore, conduce ad una meta di pace. Trasmettere la fede significa far conoscere questo straordinario rapporto con Dio, in un legame singolare con Gesù morto e risorto per noi. Significa vivere nel suo santo Spirito, che è fortezza, consolazione, gioia e affidamento. La trasmissione della fede (traditio fidel) è la comunicazione della vita di Dio, è la comunione gioiosa. di un nuovo stile di vita, è l'offerta di un dono gratuito, prima ancora che la richiesta di adempimenti e di regole. Di conseguenza l'accoglienza del dono si esprime in riconoscenza e la riconoscenza in responsabilità. Perché l'etica nasce dalla grazia. Il modo più bello per esprimere la riconoscenza per il dono della fede è l'offerta del Battesimo a ogni uomo e a ogni donna che vengono sulla terra. Con la nuova nascita "dall'acqua e dallo Spirito" viene data la grazia di Dio e proposto un cammino di santità. L'annuncio del Vangelo conduce alla celebrazione del Battesimo. Sarebbe una vera riforma della nostra Chiesa il rinnovato impegno di tutti a valorizzare il Battesimo dei bambini e degli adulti come autentico germoglio di missione evangelizzatrice nelle nostre comunità. La preparazione cordiale e accogliente dei genitori alla celebrazione del rito sacramentale, l'accompagnamento dei primi anni delle coppie che hanno accolto il dono della vita, non solo fisica ma anche spirituale, dei loro figli, il far nascere un vero fermento di comunione attraverso le scuole dell'infanzia e i primi inserimenti nella comunità cristiana costituiscono un vero impulso di santità, una vera - piccola e grande - riforma della Chiesa. Ci sono anche molti adulti nelle nostre città che, nella vita ordinaria, si rivolgono ai cristiani con domande sulla fede e sulla verità di Dio. Dobbiamo imparare a mostrare loro la bellezza della santità e la ricchezza umana della vocazione cristiana. Dobbiamo ritrovare il linguaggio spontaneo, quotidiano e amichevole di chi gioisce nel raccontare il cristianesimo con essenzialità e letizia. A voi, carissimi giovani La vocazione di tutti alla santità si esprime poi concretamente nelle specifiche vocazioni di ciascuno. Queste vocazioni esprimono la bellezza spirituale di ogni persona e sono un dono per tutta la Chiesa. Vorrei ricordare tre vocazioni particolari: il Matrimonio cristiano, il Presbiterato e la consacrazione nella verginità per il Regno di Dio. Mi rivolgo soprattutto a voi, carissimi giovani: abbiate il coraggio di sfidare la precarietà dolorosa del tempo presente, non abbandonatevi all'attimo fuggente, amate la progettualità della vostra vita, la durata delle vostre esperienze, il sacrificio nel vostro amore. Anche se dovete consumare qualche attesa o affrontare qualche difficoltà, fidatevi di Dio. Giovani, il vostro amore di coppia abbia come meta lo vocazione del Matrimonio cristiano. Non lasciatevi ingannare dal costume del tempo presente, non pensate a convivenze deboli, puntate in alto, puntate ad un amore che duri per sempre, come quello di Gesù per la sua Chiesa: non sarete delusi! Lo so che ci vuole coraggio, fede e preghiera. Dico anche agli adulti e alle comunità, a chi decide del lavoro e della casa: aiutate i vostri figli a sposarsi nel Signore. Vorrei dire una parola accorata e sincera a molti altri giovani perché pensino seriamente, per amore di Gesù e della sua Chiesa, alla possibilità per loro della vocazione sacerdotale. La Chiesa ha bisogno di loro. È possibile, in un profondo rapporto con Gesù, essere felici nella vita da prete. Però, ci vuole un amore vero per il Signore, il distacco da se stessi, la libertà rispetto a ciò che non è la forza del Vangelo. Ci vuole amore per la gente, gioia nel sacrificio, larghezza d'animo e umanità matura. Uomini sobri, equilibrati, senza illusioni di false affermazioni o carriere, umili e ubbidienti, disposti a lasciare molte cose per non perdere l'essenziale. Eppure, nonostante tutto, oso sperare e intravedere che Gesù chiamerà ancora preti secondo il suo cuore. Ma voglio parlare anche di un'altra vocazione alla santità: la consacrazione nella verginità per il Regno di Dio. Il Signore parla ancora ed è ancora capace, talvolta in maniera inaspettata, di entrare nella vita dei ragazzi e delle ragazze di oggi, per mostrare loro la pienezza e l'esclusività di un rapporto con lui. Ci vuole molta preghiera tra i giovani e una comunità adulta più santa, soprattutto quando si tratta di lasciar partire i propri figli che abbandonano tutto per il Signore. La verginità consacrata non potrà esistere nella mediocrità. Se davvero sarà una profezia del Regno dei cieli, certamente sarà una provocazione sulla terra. San Carlo ha cambiato radicalmente la sua vita, ha stravolto i progetti della sua famiglia e ha abbandonato le mode del suo tempo per seguire la sua vocazione. Giovani, riscoprite l'amore, come quello del Cristo crocifisso e risorto! Va' e anche tu fa' così Con la sua carità compassionevole e operosa il Buon Samaritano vive la sua vocazione e compie la sua missione. L'amore, in definitiva, è la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano. Come ha scritto Giovanni Paolo Il nella sua prima enciclica: "L'uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso, se non gli viene rivelato l'amore, se non si incontra con l'amore, se non lo esperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente" (Redemptor hominis, 10). Da genitore, insegnante, catechista, animatore, educatore nello sport, adulto ... hai una responsabilità educativa grande: devi, con i tuoi ideali e i tuoi gesti concreti, dare soprattutto ai ragazzi e ai giovani la gioiosa consapevolezza che lo vita è bella e seria proprio perché è dono e compito, chiamata e risposta, vocazione e missione. C'è un vangelo della vocazione che risuona in chi ha ricevuto la grazia del Battesimo e della fede cristiana. È la "buona notizia" che tu sei personalmente chiamato da Gesù alla sua sequela e alla sua missione: donare l'amore del Crocifisso risorto percorrendo la strada che Dio ha scelto per te: il Matrimonio, il Presbiterato, la vita consacrata, il servizio alla Chiesa e l'impegno per la società. Sono strade diverse, ma tra loro intrecciate: tutte insieme per l'edificazione dell'unica Chiesa. Il Signore ti doni di fare quotidiana "memoria" del Battesimo ricevuto e così vivere con fedeltà e generosità la tua vocazione cristiana: la testimonianza umile e coraggiosa della tua fede sarà l'annuncio più forte e credibile della bellezza e della necessità di seguire Cristo, Salvatore del mondo e di ogni cuore. CARISSIMI, VI HO PARLATO DELLA SANTITÀ CHE È IL "SEGRETO", OSSIA IL CUORE E LA VITA DEL CRISTIANO. ANCH'IO IN QUESTI ANNI MI SONO ANCOR PIÙ PERSUASO CHE LA VITA È UN VIAGGIO DA COMPIERE CON GESÙ. Con lui, solo con lui, si può ridiscendere sulla strada della carità che da Gerusalemme conduce a Gerico, per chinarsi, senza alcuna distinzione di persone, sulle ferite dell'uomo di oggi e di sempre. Si riesce a restare fedeli al "vangelo della carità" solo se prima si è seguito Gesù, che ha aperto gli occhi a chi non vedeva e ha fatto camminare chi era stanco e scoraggiato, conducendoli con lui sulla strada che da Gerico sale decisamente verso Gerusalemme. Gesù è salito fino al suo sacrificio di amore consumato sulla croce e, innalzato da terra, ha attirato tutti a sé (cfr Giovanni 12,32). La fede in questo straordinario mistero di Dio che si è rivelato in Gesù e nella sua Pasqua è il dono più grande che possiamo trasmettere al mondo. Solo così, guardando il Crocifisso, si è colpiti dalla stessa compassione del Buon Samaritano. La santità di san Carlo ci ha accompagnato, perché anche noi impariamo a fare come lui: Va' e anche tu fa' cosi. (4 - fine)
**************************************************************************************** Sabato 4 dicembre alle ore 17:22 è nata GIOIA MARIA MANDELLI gioia (nel nome e nella vita...) a lei e ai suoi genitori *** Martedì 7 dicembre alle ore 13:42 è nata GIULIA VANOLI gioia anche a lei e ai suoi genitori
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