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DICEMBRE 1
MERCOLEDÌ - 2 GIOVEDÌ
- 3 VENERDÌ
- S. Francesco Saverio, sacerdote 4 SABATO
- 5
DOMENICA - QUARTA DI AVVENTO
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BENEDIZIONI Spesso la benedizione evoca soltanto le forme più superficiali della religione, formule borbottate, pratiche vuote di senso, alle quali tanto più si tiene, quanto meno si ha fede. Siamo distratti - quando non addirittura indifferenti - alle parole di benedizione ed anche alla realtà che esse possono proporre. Eppure l'ultimo gesto visibile di Gesù sulla terra, quello che egli lascia alla sua Chiesa e che l'arte cristiana di Bisanzio e delle cattedrali ha fissato, è la sua benedizione: "alzate le mani li benedisse" (Lc 24,50). Per sostenere la nostra riflessione dobbiamo attingere alla Bibbia: la benedizione biblica è ricchissima di significati che mettono in luce le meraviglie della generosità di Dio e lo stupore che questa generosità suscita nella creatura. La benedizione è dono e parola per la vita: è bene e dizione o, come dicevano i greci eu-loghia, tradotto in latino bene-dictio: un dono espresso mediante la parola. Il bene che essa apporta non è un oggetto preciso, un dono definito, perché non appartiene alla sfera dell'avere ma a quella dell'essere, perché non deriva dall'azione dell'uomo, ma dalla creazione di Dio. Benedire significa dire il dono creatore e vivificante elargito da Dio; dirlo sia prima che si produca, sotto la forma di una preghiera, sia dopo avvenuto, sotto la forma del ringraziamento. Mentre la preghiera di benedizione afferma in anticipo la generosità divina, il ringraziamento la contempla nel suo rivelarsi. Il verbo benedire nella Bibbia presenta una gamma di usi molto vasta: dal saluto banale rivolto allo sconosciuto per strada (2 Re 4,29) alle formule abituali di cortesia (Gen 47,7-10; 1Sam 13,10) fino alla sottolineatura dei doni più alti del favore divino. Colui che benedice è per lo più Dio, e la sua benedizione fa sempre scaturire la vita (Sal 65,11; Gen 24,35; Giob 1,10). Quindi soltanto gli esseri viventi sono suscettibili di riceverla; gli oggetti inanimati sono consacrati al servizio di Dio e santificati dalla sua presenza, quindi propriamente non benedetti. A questo punto appare chiara la vera natura della benedizione: è una esplosione estatica dinanzi ad un eletto (o benedetto) da Dio, ma non si ferma all'eletto, bensì risale fino a Dio che si è rivelato in questo segno. Ecco, la benedizione natalizia ha questa fondamentale caratteristica: riconosce il bene che Dio dispensa nella nostra casa, sulla nostra famiglia, contempla, ringrazia e... nello stesso tempo non cessa di invocare. ********************************************************************************************** «INNO ALLA GIOIA»
da
qualche tempo non riceviamo più le segnalazioni di
nascite...
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