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PARROCCHIA SAN GIOVANNI BATTISTA

sacerdoti:

don Alfredo Maggioni, piazza san Giovanni 3   -   039 990 2682

don Gaudenzio Santambrogio, via Lecco 43   -   039 990 7043


  aPPUNTAMENTI
        
della comunità
    dal 11 al 17 Febbraio 2008

  info@oratoriosanluigi.org     
 
 11 LUNEDÌ - 150° anniversario della 1^ apparizione della Madonna a Lourdes
            *          8:00     S. Messa presso la chiesa di San Dionigi (+ fam. Fronzi e Mayer)
                                   segue: recita del Santo Rosario, e preghiera per l’acquisto
                                   dell’indulgenza (vedi la prima di queste pagine)
            *          16:15   Catechesi  1^ e 2^ elementare
            *          16:30   (precede la S. Messa in san Dionigi) recita del Santo Rosario, e preghiera
                                   per l’acquisto dell’indulgenza (vedi la prima di queste pagine)
            *          17:00   S. Messa presso la chiesa di San Dionigi (+ Sala Giovanni)
            *          21:00   Prove del Coro in sala Santa Rita
            *          21:00   Incontro Caritas (in casa parrocchiale) 

12 MARTEDÌ -
            *          8:00     S. Messa (+ Mandelli Elisabetta)
            *          16:15   Catechesi  5^ elementare e 1^ media
            *          18:00   S. Messa (+ Spada Maria)
            *          18:30   Allenamenti calcio C.S.I. in oratorio
            *          20:45   Catechesi del Cardinale
                                    Gruppi di Ascolto

13 MERCOLEDÌ -
            *          8:00     S. Messa
            *          16:15   Catechesi  3^ e 4^ elementare
            *          18:00   S. Messa (+ Romano)
            *          18:00   Allenamenti pallavolo nella palestra della scuola media
            *          21:00   Catechesi  adolescenti 

14 GIOVEDÌ -
            *          8:00     S. Messa (i.o. per le anime più abbandonate)
            *          16:30   S. Messa nella cappella dell'oratorio (+ Viganò Carlo Andrea)
            *          18:30   Allenamenti calcio C.S.I. In oratorio
            *          21.00   Giovani: scuola della Parola, presso la chiesa parrocchiale di Verderio Inf. 

15 VENERDÌ - in spirito penitenziale e in ricordo dei patimenti di Gesù, invitiamo OGGI al DIGIUNO
                                             (dal 18° al 59° anno) e all’ASTINENZA dalle carni (dal 14° anno)

            *          15:00   Via Crucis in chiesa
            *          16:30   Via Crucis nella cappella dell’oratorio: invitiamo bambini, ragazzi, adolescenti
            *          18:00   Catechesi  2^ e 3^ media
            *          21:00   Via Crucis in chiesa 

16 SABATO -
            *          8:00     S. Messa (i.o. per chiedere serenità e salute)
            *          16:30   S. Confessioni in chiesa, aperte a tutti
            *          18:00   S. Messa festiva (+ Colombo Rinaldo - - - Lavelli Lorenzo)

17 DOMENICA - SECONDA DI QUARESIMA
                        Nelle domeniche di Quaresima, nelle chiese di rito Ambrosiano, è possibile acquistare        
                        l'indulgenza plenaria recitando devotamente la preghiera "Eccomi o mio amato e buon
                       Gesù" davanti all'immagine del Crocifisso, dopo essersi comunicati 

                                   GIORNATA di RITIRO per la 1^ MEDIA in sant’Agnese dalle ore 10:30 alle ore 18:00 per i ragazzi
                                   (pranzo: pasta asciutta, poi “fai da te”) poi alle ore 15:30 incontro con i genitori

            *          8:00     S. Messa
            *          10:30   S. Messa (+ Comi Francesco - - - Ienco Cristina)
            *          15:30   Recita del Santo Rosario nella cappella dell’oratorio
                                   segue: incontro di AZIONE CATTOLICA parrocchiale
            *          18:00   S. Messa (+ Giulia e Angelo)
 

QUARESIMA

Prima domenica di Quaresima, primo di quaranta giorni, quindi non proprio un tempo breve. Da qui mi viene la semplice premessa a tutti i pensieri: non avere fretta, il Signore ti dona tempo, una quantità sufficiente perché tu possa comprendere la sua Parola, condividere la sua Volontà. Lui è generoso: non starà a lesinare nel crearti occasioni perché tu possa arrivare fino ad amarlo sopra ogni cosa.
Comunque qualche sollecitazione la potrai ricevere anche dalla partecipazione alla vita di Comunità. Ci sono gli appuntamenti ordinari, quelli che conosci a memoria; ma c’è anche qualcosa di tipico, di quaresimale appunto, che potremo fare insieme.
Ogni venerdì - che la tradizione ambrosiana vuole di digiuno eucaristico - ci saranno ben tre momenti con la Via Crucis (uno particolarmente pensato per i ragazzi, in oratorio) sempre accompagnati da una proposta di meditazione: scegli di esserci!
Inoltre la connotazione penitenziale di questo tempo ci verrà richiamata dall’altare della riconciliazione. In chiesa nella cappella del Crocifisso saranno sempre esposte alcune preghiere che hanno educato per secoli i cristiani al pensiero del perdono, chiesto e concesso. Così ci apriremo con più grande consapevolezza al Sacramento della Confessione.
Benchè abbia ancora qualcosa da dirti, preferisco fermarmi per ora, e invitarti a scorrere con calma queste pagine, sulle quali trovi parole molto più autorevoli delle mie.                                    dA       

 

INDULGENZA PLENARIA

     Preghiamo perché la Quaresima sia un tempo di conversione per tutti i cristiani, chiamati ad una sempre più autentica e coraggiosa testimonianza della propria fede. Affidiamo queste intenzioni di preghiera alla Madonna. Da ieri fino all'intero giorno dell'11 febbraio, memoria della Beata Vergine di Lourdes e 150° anniversario delle Apparizioni, è possibile ricevere l'indulgenza plenaria, applicabile ai defunti, alle solite condizioni - Confessione, Comunione e preghiera secondo le intenzioni del Papa - e sostando in orazione dinanzi ad un'immagine benedetta della Madonna di Lourdes esposta alla pubblica venerazione. Per gli anziani e gli ammalati ciò è possibile mediante il desiderio del cuore. Maria, Madre e Stella della Speranza, illumini i nostri passi e ci renda sempre più fedeli discepoli di Gesù Cristo.

                                          Benedetto XVI, durante l’Angelus del 3 febbraio domenica 17 febbraio
 

LA PAROLA DEL PAPA

“Cristo si è fatto povero per noi”
Cari fratelli e sorelle!

1. Ogni anno, la Quaresima ci offre una provvidenziale occasione per approfondire il senso e il valore del nostro essere cristiani, e ci stimola a riscoprire la misericordia di Dio perché diventiamo, a nostra volta, più misericordiosi verso i fratelli. Nel tempo quaresimale la Chiesa si preoccupa di proporre alcuni specifici impegni che accompagnino concretamente i fedeli in questo processo di rinnovamento interiore: essi sono la preghiera, il digiuno e l'elemosina. Quest'anno, nel consueto Messaggio quaresimale, desidero soffermarmi a riflettere sulla pratica dell'elemosina, che rappresenta un modo concreto di venire in aiuto a chi è nel bisogno e, al tempo stesso, un esercizio ascetico per liberarsi dall'attaccamento ai beni terreni. Quanto sia forte la suggestione delle ricchezze materiali, e quanto netta debba essere la nostra decisione di non idolatrarle, lo afferma Gesù in maniera perentoria: "Non potete servire a Dio e al denaro" (Lc 16,13). L'elemosina ci aiuta a vincere questa costante tentazione, educandoci a venire incontro alle necessità del prossimo e a condividere con gli altri quanto per bontà divina possediamo. A questo mirano le collette speciali a favore dei poveri, che in Quaresima vengono promosse in molte parti del mondo. In tal modo, alla purificazione interiore si aggiunge un gesto di comunione ecclesiale, secondo quanto avveniva già nella Chiesa primitiva. San Paolo ne parla nelle sue Lettere a proposito della colletta a favore della comunità di Gerusalemme (cfr 2 Cor 8-9; Rm 15,25-27).

2. Secondo l'insegnamento evangelico, noi non siamo proprietari bensì amministratori dei beni che possediamo: essi quindi non vanno considerati come esclusiva proprietà, ma come mezzi attraverso i quali il Signore chiama ciascuno di noi a farsi tramite della sua provvidenza verso il prossimo. Come ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica, i beni materiali rivestono una valenza sociale, secondo il principio della loro destinazione universale (cfr n. 2404).
Nel Vangelo è chiaro il monito di Gesù verso chi possiede e utilizza solo per sé le ricchezze terrene. Di fronte alle moltitudini che, carenti di tutto, patiscono la fame, acquistano il tono di un forte rimprovero le parole di san Giovanni: "Se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il proprio fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l'amore di Dio?" (1 Gv 3,17). Con maggiore eloquenza risuona il richiamo alla condivisione nei Paesi la cui popolazione è composta in maggioranza da cristiani, essendo ancor più grave la loro responsabilità di fronte alle moltitudini che soffrono nell'indigenza e nell'abbandono. Soccorrerle è un dovere di giustizia prima ancora che un atto di carità. 

3. Il Vangelo pone in luce una caratteristica tipica dell'elemosina cristiana: deve essere nascosta. "Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra", dice Gesù, "perché la tua elemosina resti segreta" (Mt 6,3-4). E poco prima aveva detto che non ci si deve vantare delle proprie buone azioni, per non rischiare di essere privati della ricompensa celeste (cfr Mt 6,1-2). La preoccupazione del discepolo è che tutto vada a maggior gloria di Dio. Gesù ammonisce: "Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli" (Mt 5,16). Tutto deve essere dunque compiuto a gloria di Dio e non nostra. Questa consapevolezza accompagni, cari fratelli e sorelle, ogni gesto di aiuto al prossimo evitando che si trasformi in un mezzo per porre in evidenza noi stessi. Se nel compiere una buona azione non abbiamo come fine la gloria di Dio e il vero bene dei fratelli, ma miriamo piuttosto ad un ritorno di interesse personale o semplicemente di plauso, ci poniamo fuori dell'ottica evangelica. Nella moderna società dell'immagine occorre vigilare attentamente, poiché questa tentazione è ricorrente. L'elemosina evangelica non è semplice filantropia: è piuttosto un'espressione concreta della carità, virtù teologale che esige l'interiore conversione all'amore di Dio e dei fratelli, ad imitazione di Gesù Cristo, il quale morendo in croce donò tutto se stesso per noi. Come non ringraziare Dio per le tante persone che nel silenzio, lontano dai riflettori della società mediatica, compiono con questo spirito azioni generose di sostegno al prossimo in difficoltà? A ben poco serve donare i propri beni agli altri, se per questo il cuore si gonfia di vanagloria: ecco perché non cerca un riconoscimento umano per le opere di misericordia che compie chi sa che Dio "vede nel segreto" e nel segreto ricompenserà.

 4. Invitandoci a considerare l'elemosina con uno sguardo più profondo, che trascenda la dimensione puramente materiale, la Scrittura ci insegna che c'è più gioia nel dare che nel ricevere (cfr At 20,35). Quando agiamo con amore esprimiamo la verità del nostro essere: siamo stati infatti creati non per noi stessi, ma per Dio e per i fratelli (cfr 2 Cor 5,15). Ogni volta che per amore di Dio condividiamo i nostri beni con il prossimo bisognoso, sperimentiamo che la pienezza di vita viene dall'amore e tutto ci ritorna come benedizione in forma di pace, di interiore soddisfazione e di gioia. Il Padre celeste ricompensa le nostre elemosine con la sua gioia. E c'è di più: san Pietro cita tra i frutti spirituali dell'elemosina il perdono dei peccati. "La carità - egli scrive - copre una moltitudine di peccati" (1 Pt 4,8). Come spesso ripete la liturgia quaresimale, Iddio offre a noi peccatori la possibilità di essere perdonati. Il fatto di condividere con i poveri ciò che possediamo ci dispone a ricevere tale dono. Penso, in questo momento, a quanti avvertono il peso del male compiuto e, proprio per questo, si sentono lontani da Dio, timorosi e quasi incapaci di ricorrere a Lui. L'elemosina, avvicinandoci agli altri, ci avvicina a Dio e può diventare strumento di autentica conversione e riconciliazione con Lui e con i fratelli.

 5. L'elemosina educa alla generosità dell'amore. San Giuseppe Benedetto Cottolengo soleva raccomandare: "Non contate mai le monete che date, perché io dico sempre così: se nel fare l'elemosina la mano sinistra non ha da sapere ciò che fa la destra, anche la destra non ha da sapere ciò che fa essa medesima" (Detti e pensieri, Edilibri, n. 201). Al riguardo, è quanto mai significativo l'episodio evangelico della vedova che, nella sua miseria, getta nel tesoro del tempio "tutto quanto aveva per vivere" (Mc 12,44). La sua piccola e insignificante moneta diviene un simbolo eloquente: questa vedova dona a Dio non del suo superfluo, non tanto ciò che ha, ma quello che è. Tutta se stessa.
Questo episodio commovente si trova inserito nella descrizione dei giorni che precedono immediatamente la passione e morte di Gesù, il quale, come nota san Paolo, si è fatto povero per arricchirci della sua povertà (cfr 2 Cor 8,9); ha dato tutto se stesso per noi. La Quaresima, anche attraverso la pratica dell'elemosina ci spinge a seguire il suo esempio. Alla sua scuola possiamo imparare a fare della nostra vita un dono totale; imitandolo riusciamo a renderci disponibili, non tanto a dare qualcosa di ciò che possediamo, bensì noi stessi. L'intero Vangelo non si riassume forse nell'unico comandamento della carità? La pratica quaresimale dell'elemosina diviene pertanto un mezzo per approfondire la nostra vocazione cristiana. Quando gratuitamente offre se stesso, il cristiano testimonia che non è la ricchezza materiale a dettare le leggi dell'esistenza, ma l'amore. Ciò che dà valore all'elemosina è dunque l'amore, che ispira forme diverse di dono, secondo le possibilità e le condizioni di ciascuno. 

6. Cari fratelli e sorelle, la Quaresima ci invita ad "allenarci" spiritualmente, anche mediante la pratica dell'elemosina, per crescere nella carità e riconoscere nei poveri Cristo stesso. Negli Atti degli Apostoli si racconta che l'apostolo Pietro allo storpio che chiedeva l'elemosina alla porta del tempio disse: "Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina" (At 3,6). Con l'elemosina regaliamo qualcosa di materiale, segno del dono più grande che possiamo offrire agli altri con l'annuncio e la testimonianza di Cristo, nel Cui nome c'è la vita vera. Questo periodo sia pertanto caratterizzato da uno sforzo personale e comunitario di adesione a Cristo per essere testimoni del suo amore. Maria, Madre e Serva fedele del Signore, aiuti i credenti a condurre il "combattimento spirituale" della Quaresima armati della preghiera, del digiuno e della pratica dell'elemosina, per giungere alle celebrazioni delle Feste pasquali rinnovati nello spirito. Con questi voti imparto volentieri a tutti l'Apostolica Benedizione.

                                                                                    Benedetto XVI