dal 30Novembre al 6 Dicembre 2009

29 Novembre 2009   -   n° 127

30 LUNEDÌ - S. Andrea, apostolo
            *          8:30     S. Messa (i.o. per la signora Paola - - def. fam. Manzardo Luigi)
            *          16:15   Catechesi  1^ e 2^ elementare
            *          18:00   BENEDIZIONE DELLA FAMIGLIA: via Monza, numeri DISPARI dal 25 al 53
            *          21:00   Incontro Caritas in casa parrocchiale
            *          21:00   Prove del Coro in sala Santa Rita 

DICEMBRE 

1 MARTEDÌ -
            *          8:30     S. Messa (+ fam. Brivio)
            *          17:45   Allenamenti di pallavolo “under 12” presso la palestra delle scuole elementari
            *          16:30   Catechesi  5^ elementare e 1^ media
            *          18:00   BENEDIZIONE DELLA FAMIGLIA: via Monza 79  

2 MERCOLEDÌ -
            *          9:30     S. Messa (+ Pirovano Antonio - - fam. Pillotti e Consolaro)
            *          16:30   Catechesi  3^ e 4^ elementare
            *          20:45   Catechesi  adolescenti
            *          21:00   Prove del Coro in sala Santa Rita
            *          18:00   BENEDIZIONE DELLA FAMIGLIA: via Monza 77 

3 GIOVEDÌ - S. Francesco Saverio, sacerdote
            *          16:30   S. Messa nella cappella dell'oratorio (+ Luigi, Giovanni e Colomba)
            *          17:45   Allenamenti di pallavolo “under 12” presso la palestra delle scuole elementari
            *          18:00   BENEDIZIONE DELLA FAMIGLIA: via Monza, numeri PARI dal 44 all’ 80 

4 VENERDÌ - PRIMO VENERDÌ DEL MESE
            *          8:30     S. Messa (+ fam. Spada Mario e Paolo)
            *          15:00   Adorazione Eucaristica, presso la cappella dell’oratorio
            *          18:00   Catechesi  2^ e 3^ media
            *          15:00   Consiglio pastorale, presso la casa parrocchiale 

5 SABATO -
                                   OGGI, a partire dalle ore 15:30, verrà portata l’ACQUA BENEDETTA
                                   alle famiglie di via SALA, numeri DISPARI dal 3 al 13

            *          16:00   calcio cat. JUNIORES: G.S San Luigi – Polisportiva 2001
            *          15:00   a san Dionigi: S. Matrimonio di Riva Oriana con Andrew Arnott Baumann
            *          16:30   SPORTELLO CARITAS presso la casa parrocchiale
            *          18:00   S. Messa domenicale vigiliare (+ fam. Vergani e Biella, Dell’Orto Carolina)
            *          18:30   pallavolo cat. UNDER 12: G.S. San Luigi - Bellesense
            *          18:30   calcio cat. OPEN: G.S.San Luigi D - G.S.O. Rogoredo B 

6 DOMENICA - QUARTA DI AVVENTO
            *          8:00     S. Messa (+ fam. Cogliati Battista)
            *          10:30   S. Messa (+ Fioretti Antonietta e Alessandro)
            *          14:00   in oratorio: prove del teatro di Natale
            *          15:30   nella cappella dell’oratorio: recita del Santo Rosario
            *          18:00   S. Messa (+ Pozzoni Giuseppe - - Brizzi Savino e Nobile Maria)


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QUESTA SETTIMANA verrà portata l’acqua benedetta alle famiglie delle vie:
Vivaldi , Mascagni, Pensiero, Manzoni, Verdi bis, Monti, Donatori del Sangue
sarà data comunicazione personale  a ciascuna famiglia

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martedì  24 novembre alle ore 11:28 è nata

CHIRIVÌ CRISTINA

gioia a lei  e ai suoi genitori

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ULTIMA TAPPA

AI MIEI SACERDOTI

Lettera da Ars

C'è qualcosa di veramente straordinario in questa vita così ordinaria.., ce lo insegna, qui, in maniera superlativa il santo Curato d'Ars, bisogna avere, Confratelli carissimi, una grande, una temeraria fiducia nei mezzi soprannaturali (Card. G. B. Montini, Parlare di un santo, Discorso, Brescia 18 novembre 1959).
Ad Ars, carissimi sacerdoti, vi ho portati tutti con me: quasi a iniziare tutti insieme l'Anno Sacerdotale in un luogo di grazia. È dunque per voi in particolare quest'ultima lettera. Ma vorrei che tutti, anche i laici, la leggessero: per comprendere meglio la vostra missione, il segreto che la anima, il fondamento della vostra vocazione.
Nella chiesa del santo Curato, insieme agli altri pellegrini, ho ascoltato la meditazione di un nostro parroco sulla bellezza dell'essere prete. Seduto in un angolo sulle panche della navata ho potuto confessare con semplicità qualche fedele e infine celebrare la Messa di chiusura proprio con il calice del Santo Curato.
Avevo vicino a me i cinque seminaristi che hanno animato il pellegrinaggio: la loro presenza mi riempiva di speranza per il futuro della nostra Chiesa, di pensieri sulla nostra responsabilità davanti alle nuove generazioni, di consolante affidamento al Signore e alla sua grazia. 

La figura del Santo Curato 

Davanti alla figura spirituale di Giovanni Maria Vianney, apparentemente così lontana dalle dinamiche attuali del ministero, i fili del pellegrinaggio andavano tutti a riannodarsi. Nel suo ministero immerso in mezzo alla gente sentivo pulsare il mistero del cuore di Cristo, origine di ogni sacerdozio, e il suo metodo di compassione vicaria: "do ai  peccatori una penitenza piccola e il resto lo faccio io al loro posto". Nei suoi anni di umile e fedele presenza ad Ars potevo riconoscere la virtuosa pratica della sobrietà pastorale nell'intensissimo concentrarsi sull'essenziale e sull'ordinario del ministero e nella "temeraria fiducia nei mezzi soprannaturali". Visse in un'epoca di rigorismo, che lui stesso condivise negli anni giovanili; ma la vita pastorale lo condusse sempre più ad aprirsi al "torrente della divina misericordia", a farsi strumento formidabile per la conversione all'unico Amore.
Pensavo allora al ritorno in Diocesi e mi chiedevo, molto semplicemente, quale proposta offrire ai miei preti per vivere con frutto l'Anno Sacerdotale. E che cosa fare io stesso. 

Anno di riposo in Dio 

Ci viene offerto un anno di grazia, un anno di riposo in Dio, una sosta con il Signore sul monte Tabor, una singolare occasione di festa per i suoi doni, un tempo in cui il seme abbondantemente gettato nella terra trovi il giusto tempo per dimorare e germogliare.
Mi piacerebbe potessimo viverlo, questo Anno Sacer-dotale, con quella prodigalità di gioia e di lode con cui il Signore, dopo aver creato ogni cosa, il settimo giorno si riposò. Un anno, dicevo, di "riposo in Dio", un anno di sosta fruttuosa: anzitutto a livello personale per fare il punto sul proprio ministero, rimettere a fuoco ciò che è davvero essenziale, ritrovare in pienezza quel soffio dello Spirito che rende dolce il giogo e leggero il peso dell'impegno ministeriale. Un anno per convertirsi al Signore, dare abbondanza di tempo alla preghiera, alla meditazione e all'adorazione. Ma anche un anno per nutrire la propria umanità e allargare i  nostri orizzonti culturali.
Intenti, questi, per il cui raggiungimento vengono offerte a tutti i sacerdoti e diaconi diverse proposte concrete, come indico nel testo apposito L'Anno Sacerdotale alla luce della Chiesa di Antiochia. Così, in particolare, la stesura a livello di decanato della "carta di comunione per la missione", il vivere l'esperienza degli esercizi spirituali, l'elaborazione di una "regola di vita" come garanzia di una reale fraternità nel decanato, fatta di momenti di preghiera, di verifica e di condivisione pastorale, di distensione, di attenzione a chi vive momenti di difficoltà.
Desidero un anno di sosta fruttuosa anche a livello diocesano e comunitario, un anno che contempli momenti di doverosa verifica e di giusto assestamento delle molteplici iniziative pastorali in atto: non certo per bloccare ciò che deve continuare per il bene della Chiesa, ma per una riflessione capace dì assicurare i tempi e i modi più opportuni, di garantire attenzione e cura alle persone e al territorio e così aprirsi tutti ad una ripresa spirituale e pastorale più dinamica e più condivisa. 

Stile sinodale 

Sono contento dello stile sinodale che ha pervaso nell'ultimo anno l'intera nostra Diocesi, soprattutto per quanto riguarda i preti. Avevo chiesto, in vista delle assemblee per fascia di età, di favorire a tutti i livelli le occasioni di dialogo, di confronto e riflessione per giungere a sintesi comuni. Mi ha meravigliato vedere il fervore di incontri e di scambio che ha coinvolto numerose classi di ordinazione e vari gruppi di preti. Vorrei che tutto questo "movimento" potesse continuare ed ampliarsi ulteriormente. Anche perché ho visto emergere con chiarezza un sincero desiderio di camminare insieme e di essere propositivi. Ho apprezzato anche lo stile con cui sono state presentate alcune difficoltà: non possono esserci dialogo autentico e crescita effettiva al di fuori della verità. Ritengo anzi che la capacità, a tutti i livelli, di praticare la vera correzione fraterna - quella che ci è proposta dal Vangelo - sia il termometro più concreto per misurare la maturità e la credibilità di una Chiesa.

Relazioni fraterne 

Vorrei che nei decanati e tra preti potessero crescere rapporti di autentica fraternità: è doveroso prendersi cura gli uni degli altri, a partire dalle situazioni più faticose per la salute, nell'esercizio del ministero, per le difficoltà personali. Ciascuno potrebbe chiedersi di quali confratelli in difficoltà si sta prendendo cura, ma anche quali sono le relazioni presbiterali che è riuscito a custodire e tenere vive. È davvero un grande bene che ogni prete possa coltivare con altri sacerdoti relazioni fraterne e libere di amicizia in cui trovare familiarità, sollievo, confronto, consiglio, aiuto a camminare secondo il Vangelo. Ci sono pensieri, confidenze, osservazioni e correzioni che è possibile raccogliere solo tra pari!
Certo è altrettanto importante coltivare relazioni di prossimità e di scambio con le famiglie e con i fedeli laici. Sono due diversi registri di un unico tesoro da custodire e incrementare: il sentirsi, nel vincolo dello Spirito, membri della famiglia di Dio e del corpo di Cristo, «un cuore solo e un anima sola» (Atti 4,32). E in questo modo con i confratelli cresce la libertà nel condividere le gioie e le fatiche del ministero, con le famiglie e i laici si sviluppa una reciprocità di dono per cui le diverse vocazionì si edificano a vicenda e tutte concorrono al bene, alla santità della Chiesa. 

Imparare a lavorare insieme 

Nessuna reale pastorale d'insieme è possibile se non a partire da rapporti fraterni innanzitutto tra preti: ne sono pienamente convinto. Proprio per questo dobbiamo imparare, con molta pazienza, a lavorare insieme: con attenzione e rispetto anzitutto per la singola persona, con la sua storia, i suoi limiti e le sue risorse; con schiettezza e umiltà nel presentare la concreta situazione pastorale, con le potenzialità e difficoltà in atto, coltivando sempre un dialogo franco e collaborativo con tutti, in particolare con .chi ha una responsabilità di guida della comunità; con la preoccupazione di custodire prima la "comunione" che i "risultati" pastorali.
Passi questa mia parola estremamente semplice: come preti dobbiamo volerci più bene. La sentiamo dentro di noi questa esigenza. E la sentono e la chiedono non meno i nostri fedeli! 

Il dono dei laici 

La riflessione che insieme andiamo sviluppando, soprattutto in questo Anno Sacerdotale, sul sacerdozio ministeriale e sul sacerdozio battesimale ci è di grande aiuto per non chiuderci ciascuno nel nostro mondo, ma per richiamarci con forza al senso del nostro ministero: è tutto proteso al servizio del sacerdozio comune. Approfondire insieme il dono che condividiamo ci aiuti anche a costruire con i nostri fedeli un rapporto di vera fiducia, di collaborazione cordiale e responsabile, di formazione esigente.
In particolare per i fedeli laici impegnati in pastorale è pensata, a livello di Zona, l'iniziativa di una Settimana di formazione di base per favorire una più intensa comunione di intenti tra chi, nella varietà dei compiti e dei servizi, condivide l'impegno della missione evangelizzatrice della Chiesa di Milano.
A voi, cari confratelli, chiedo il sostegno e l'aiuto nel far conoscere questa Settimana di formazione per coinvolgere le persone potenzialmente interessate. 

La cura per le vocazioni  

Ciascuno di noi è un dono prezioso per la Chiesa e per la società. In questo senso dobbiamo formarci ed educare le nuove generazioni a comprendere la vita, in ogni suo aspetto, come "vocazione".
Vocazione di tutti all'Amore, ad essere Cristo, a vivere in Lui e per Lui. Come ha inciso con un punteruolo sul legno della sua piccola cella Santa Teresa stessa: "Jesus est mon unique Amour".
Dentro questa universale chiamata saranno da comprendere e promuovere anche tutte le altre più significative vocazioni: come vie, diverse e complementari, per la santificazione personale, per la crescita dell'unico corpo di Cristo che è la Chiesa, per il servizio alla società.
Non ci manchi il coraggio di proporre ai ragazzi e ai giovani d'oggi la vita come vocazione! E, prima ancora, non ci manchi la convinzione di presentare, con umile e gioiosa fierezza, anche la nostra personale scelta vocazionale come una via di santità e di pienezza di umanità. Lo dico ai confratelli sacerdoti, ai diaconi, alle persone consacrate, ai coniugi cristiani, ai missionari.., a tutti.
Davvero eloquente è la vicenda dei beati coniugi Marrin e delle loro figlie! È una chiara testimonianza che dove è accolta e vissuta con generosità la vocazione al matrimonio cristiano, fioriscono anche le vocazioni al ministero sacerdotale e alla vita consacrata. E viceversa. 

Cinque lettere, sei intenzioni di preghiera 

Carissimi fedeli, queste cinque "lettere dalla Francia", spero non rimangano una semplice confidenza tra me e voi.
Chiedo che siano l'occasione - lungo il nuovo anno pastorale - per avviare un cammino verso alcune determinazioni operative da assumere singolarmente e come comunità.
I sacerdoti, le persone consacrate, gli operatori pastorali non mancheranno di proporre iniziative concrete al riguardo.
Ma il desiderio più grande che presento a voi e affido al Signore è che questa lettura sia per ciascuno occasione di sosta contemplativa e rigenerante, strumento per riconoscere i grandi doni che Dio con abbondanza ci elargisce, sorgente di gioia e di forza per rinnovare il nostro cammino verso la santità.
Nei caldi giorni di agosto, contemplando dalla finestra del mio studio in Arcivescovado la Madonnina che domina dalla guglia più alta del nostro Duomo, ho più volte confidato a lei questa mia preghiera: "Aiutaci, o Maria - anche in questo nuovo anno pastorale - ad accogliere con disponibilità la Parola del Signore, a conservarla e a medirarla nel nostro cuore, a viverla con prontezza e generosità".
E tornando con la mente e con il cuore al pellegrinaggio in Francia mi viene spontaneo affidare questo nuovo anno pastorale all'intercessione dei santi incontrati lungo il cammino.
A santa Margherita Maria Alacoque, davanti alla quale ho pregato a Paray-le-Monial, chiedo per me e per voi il dono di fare memoria - prima di intraprendere ogni iniziativa pastorale - che occorre sempre iniziare dall'alto, ossia dalla contemplazione del mistero di Dio, e dal centro, cioè dal cuore di Cristo.
Domando a santa Bernar-detta, incontrata a Nevers, la capacità di essere sobri nella vita delle nostre comunità: non di fate tutto, ma di farlo bene, per la maggior gloria di Dio.
Santa Teresa di Gesù Bambino e i suoi genitori, i beati Louis e Zelie Martin, ci aiutino a riscoprire ogni giorno la vocazione all'Amore che con il dono del Battesimo abbiamo tutti ricevuto e di realizzarla quotidianamente per giungere alla desiderata meta della santità.
L'esempio di santa Maria Maddalena, venerata a Vézelay, sostenga noi tutti che siamo chiamati all'Amore nel percorso continuo di conversione verso il Crocifisso Risorto.
Il Santo Curato d'Ars interceda per noi affinché ci sia donata un poco della sua grande e temeraria fiducia nei mezzi soprannaturali, per riposare fruttuosamente in Dio in questo nuovo anno che per grazia iniziamo insieme.

 


PREGHIERA

Ti amo, mio Dio, e il mio desiderio
é di amarti fino all'ultimo respiro della mia vita. 

Ti amo, o Dio infinitamente amabile,
e preferisco morire amandoti,
piuttosto che vivere un solo istante senza amarti. 

Ti amo, Signore, e l'unica grazia che ti chiedo
è di amarti eternamente. 

Ti amo, mio Dio, e desidero il cielo,
soltanto per avere la felicità di amarti perfettamente. 

Mio Dio, se la mia lingua non può dire ad ogni istante: ti amo,
voglio che il mio cuore te lo ripeta
ogni volta che respiro. 

Ti amo, mio divino Salvatore,
perché sei stato crocifisso per me,
e mi tieni quaggiù crocifisso con te. 

Mio Dio, fammi la grazia di morire amandoti
e sapendo che ti amo. 
Giovanni Maria Vianney curato d’Ars