agli
adolescenti e ai giovani
Carissimo /a
ti scrivo da queste
pagine perché i pensieri che voglio
condividere con te possono essere oggetto di
riflessione con i tuoi genitori e
interessano tutto il mondo adulto del
nostro piccolo paese che - qualche volta, ma
è una sensazione crescente - rischia di
smarrire le radici, i valori e il fondamento
cristiano sui quali si è costruito.
La trasmissione di
questi ideali passa obbligatoriamente
attraverso te. Così come ti è stata
consegnata la vita dai tuoi genitori, sempre
loro ti hanno condotto anche nei primi passi
della fede: era il contesto naturale in cui
si è compiuta la loro crescita; ora magari
non sono più tanto "devoti", soprattutto
perché non hanno avuto - o non ne hanno
approfittato - l'occasione di approfondire e
fare proprio il cammino spirituale. Ma ti
hanno battezzato.
Il Battesimo - lo dice
la parola - è immersione. Immersione nella
misericordia di Dio, che non solo ci libera
dal male, ma addirittura ci eleva (dopo
l'immersione c'è l'emersione) alla
condizione di figli. Se ti capita (!) di
fare un giro nella nostra chiesa fermati,
appena entrato, di fronte al battistero,
vedrai proprio questo: il gradino a
scendere, il gradino da risalire... con
quale straordinaria ricchezza di vita
ricevuta.
Con il Battesimo
dovresti essere pronto a "rendere ragione
della speranza" (1 Pt 3,15) che è in te a
chiunque te ne chieda conto. La vita è come
un bellissimo disegno senza colori, la fede
è la sua naturale culla cromatica:
attraverso essa vengono esaltate le sue
luci, dimensionate le ombre, poste in
rilievo le sue profondità, smussate le
asperità.
Ti capiterà (ti capita
già?) di voler provare altri colori, sarai
tentato (sei preso?) da tinte appariscenti
che appagano subito l'occhio (e ogni altro
senso...); ma è tutta roba che non resiste
all'acqua e alla prima umidità diventa
muffa.
Ti riempi (e ti
riempiono) di cose, di appuntamenti, di
svago e di lavoro scolastico. Così sei
costretto - soprattutto di fronte a Dio - a
procrastinare: è la trappola del "dopo".
Appunto "dopo": quando avrai tempo,...
quando sarai meno preso,... meno
stressato,... I nostri vecchi (generazioni
precedenti a coloro che educano creando
illusioni) dicevano con saggezza: "il poi è
parente del mai". Non devi relegare il tuo
cammino di fede, dopo gli allenamenti, dopo
gli studi, dopo gli amici...: Dio sa che
queste cose vengono "prima", cioè occupano
gran parte del tuo tempo e determinate ore
della tua giornata; lo sa ed è paziente (qui
si manifesta la sua caratteristica di
infinito); ma tu non puoi essere così stolto
da privarlo (e da privarti) dell'abbraccio
affettuoso e rigenerante, abbraccio
quotidiano, consapevole perché cercato,
comprensibile perché motivato.
Questa è un'epoca
bellissima, ci sono novità - invenzioni e
scoperte - quasi quotidiane, mi sentivo dire
da un anziano: "l'è pecà murì..."; ma è
anche un tempo che nasconde i suoi pericoli:
internet ci proietta nella immediatezza
dell'informazione e della comunicazione ad
una velocità che brucia la nostra capacità
di pensare; così - privi di profondità - si
diventa schiavi di coloro che creano e ci
mettono a disposizione con generosità tutto
il mondo virtuale.
Dio invece ti vuole
figlio, libero e pensante, a costo di
vederti andar via (ricordi la parabola del
figlio prodigo?). Tu però non farlo, non ne
vale la pena.
Cordialmente, buon anno. dA
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