dal dal 6  al 12 Dicembre 2010
5 Dicembre 2010 n° 1
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6 LUNEDÌ - S. Nicola, vescovo
            *          8:30     S. Messa (+ Bonanomi Luigi e Santina)
                                   è sospesa - oggi - la Catechesi  1^ e 2^ elementare
             *         17:45   Allenamenti di pallavolo “under 12” presso la palestra delle scuole medie
            *          18:00   BENEDIZIONE DELLA FAMIGLIA: vie Roma, Volta, Mazzini, Lanfritto, Rusca
            *          21:00   Incontro Caritas in casa parrocchiale 

7 MARTEDÌ - S. Ambrogio, patrono della Chiesa e della città di Milano
                                   è sospesa - oggi - la Catechesi  5^ elementare e 1^ media
            *          18:00   S. Messa festiva vigiliare (+ fam. Biella e Vergani)
             *         18:00   Allenamenti di pallavolo “under 10” presso la palestra delle scuole elementari
            *          19:15   BENEDIZIONE DELLA FAMIGLIA: via Balbo  

8 MERCOLEDÌ - IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
                                   giorno di precetto festivo
            *          8:00     S. Messa (+ Dell’Orto Enrica - - Massimo, Rosa e Mariet)
            *          10:30   S. Messa (defunti dell’Azione Cattolica)
                                   OGGI l’Oratorio San Luigi resta chiuso, però alle..... (vedi qui sotto)
            *          15:30   apriamo il cortile di sant’Agnese: gioco, merenda preparata dalle mamme
                                   poi alle ore 17:00, partecipiamo alla processione...... (vedi qui sotto)
            *          16:00   incontro per l’AZIONE CATTOLICA in chiesa
            *          17:00   in chiesa parrocchiale: VESPERO, segue la PROCESSIONE “aux flambeaux”
                                   (percorso: piazza san Giovanni, via Lecco, via Roma, via Rusca,
                                   via Vittorio Emanuele, sottopassaggio, via Stoppani, chiesa di san Dionigi)
            *          18:00   S. Messa presso la chiesa di San Dionigi 

9 GIOVEDÌ - S. Siro, vescovo
            *          16:40   S. Messa in oratorio (+ Pozzoni Salvatore - - Spada Angela - - Dell’Orto Angelo)
             *         18:00   Allenamenti di pallavolo “under 10” presso la palestra delle scuole elementari
            *          18:00   BENEDIZIONE DELLA FAMIGLIA: vie Mascagni e Pensiero 

10 VENERDÌ -
            *          8:30     S. Messa (+ Spada Enrico e Vittorino)
            *          18:00   Catechesi  2^ e 3^ media
            *          16:00   calcio cat. OPEN: G.S. San Luigi C - ASD San Michele Cortenuova di Monticello

11 SABATO - OGGI E DOMANI: MERCATINO CARITAS DI NATALE
            *          15:00   pallavolo “UNDER 12”: G.S. San Luigi - A.C. Pagnano
            *          15:30   BENEDIZIONE DELLA FAMIGLIA: vie Europa e Brianza
            *          16:30   SPORTELLO CARITAS presso la casa parrocchiale
            *          17:00   S. Confessioni, in chiesa
            *          18:00   S. Messa domenicale vigiliare (+ Ferrario Angela - - Dell’Orto Felice - - defunti della Classe 1928)
            *          21:00   rassegna teatrale SIPARIO: in salone «san Luigi»   «IL SETTIMO SI RIPOSÒ» commedia comica in tre atti 

12 DOMENICA - QUINTA DI AVVENTO
            *          8:00     S. Messa (+ Cattaneo Luigi)
            *          10:30   S. Messa (+ Ferrario Giuseppe - - Valagussa Alberto)
            *          15:30   in oratorio: recita del Santo Rosario

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 Presepio in famiglia

dopo aver costruito il presepio in casa, ciascuna famiglia, ragazzo o nonno,...
potrà iscriversi con apposito modulo (disponibile in oratorio) da riportare in oratorio
entro Venerdì 24 dicembre; non occorre versare alcuna quota; gli interessati riceveranno una visita
della speciale COMMISSIONE che provvederà anche a fotografare la sacra rappresentazione.

Criteri di valutazione: originalità e creatività; cura dei particolari;
proporzioni (delle statuine rispetto al paesaggio...) nella realizzazione;
effetti speciali e illuminazione; chiave di lettura del messaggio natalizio.

le migliori realizzazioni saranno segnalate in decanato e parteciperanno alle selezioni per approdare al concorso diocesano e della città di Milano.

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BENEDIZIONI:

non sarà possibile raggiungere le seguenti vie: degli Alpini, XXV Aprile, S. Marco, Parini, Valle, Villa, S. Ambrogio, 
Puecher, Moscoro, S. Dionigi, Porta, loc. Ronco, Galilei, Marconi, Stoppani, don Salvioni
(altre vie potranno essere indicate la prossima settimana) a tutte queste famiglie verrà portata l’acqua benedetta

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abbonamenti: nuovi e rinnovo è necessario segnalare presto il gradimento!

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SAN CARLO E LA SANTITÀ DELLA CHIESA

Il Buon Samaritano è figura della Chiesa che con la presenza dei suoi santi passa accanto all'uomo di oggi, vede concretamente i reali bisogni dell'umanità, prova intensa commozione, si ferma accanto al povero, prendendosene cura: passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione (Luca 10,33). Il santo è colui che in maniera esemplare, umile e coraggiosa, superando infinite difficoltà, si compromette di persona e sa vivere la carità di Cristo, vedendone il volto in quello del povero (cfr Matteo 25,34 ss.).  

La santità della Chiesa  

Nella comunione dei santi viviamo il mistero della Chiesa. La nostra vita ha orizzonti più vasti di quelli che possiamo misurare e descrivere a partire soltanto dalle notizie e dalle impressioni immediate. Le presenze che rendono vive e splendide  le nostre comunità sono più numerose, attente e affettuose di quelle che possiamo contare con la nostra ossessione per i numeri. La gioia e le pene che abitano i nostri giorni sono condivise in una fraternità più ampia e più intensa di quella che si esprime con una vicinanza fisica.

Credo la comunione dei santi: i santi nostri amici, i santi della nostra terra, i santi di ogni tempo e di ogni luogo si uniscono alla nostra preghiere e accompagnano i nostri giorni. La certezza della presenza e della partecipazione dei santi alla nostra vicenda di uomini e donne di oggi è motivo di stupore e di incoraggiamento: non siamo mai soli, il mondo e la Chiesa non cominciano con noi e il peso della storia non è tutto sulle nostre spalle. La Chiesa è comunione di santi. Noi li invochiamo per riconoscere il mistero e la gloria di Dio e li invochiamo con un cuore umile e pentito per riconoscere le nostre responsabilità e i nostri peccati. Credo la comunione dei santi: credo perciò che ci siano le condizioni per un dialogo personale, una riflessione condivisa, una possibilità di entrare in quella intimità in cui si svela il segreto della loro santità. La comunione, infatti, ci fa partecipi del mistero più inaccessibile di ogni persona, che è il suo rapporto con Dio.

È con questa certezza di fede che vi invito a ricercare, nel quarto centenario della canonizzazione di san Carlo, una santità ecclesiale: una santità, dunque, che tutti tocca, coinvolge e arricchisce. Questo anniversario, allora, è un'occasione perché la memoria di san Carlo non si riduca alla commemorazione di un vescovo, certo eccezionale e significativo per la storia della nostra Diocesi e di tutta la Chiesa, ma irrimediabilmente rinchiuso in un altro tempo e in un'altra cultura. Con spirito di fede noi crediamo alla presenza viva nella Chiesa di oggi di san Carlo, di sant'Ambrogio e di tutti i santi e beati che ci hanno preceduto. La santità cristiana non è mai un tratto individualistico, un titolo che distingue e isola dagli altri; è piuttosto la carità vissuta nell'imitazione della carità di Cristo. La santità è sempre santità ecclesiale.

La continua riforma della Chiesa è l'opera dello Spirito che, attraverso i santi e le vicende storiche, rinnova i gesti fondamentali della trasmissione della fede (traditio fidei) e le relazioni ordinarie, dentro il vissuto della comunità cristiana e della società (traditio amoris). In questo senso la santità educa lo Chiesa, ne costituisce la prima e permanente forza educante. Sono oggi necessarie forme nuove di santità più adatte al cambiamento dei tempi nella consapevolezza di vivere in una cultura che progressivamente ha perso un suo naturale tessuto cristiano. Le varie strade percorse in questi anni ci hanno condotti alla persuasione condivisa che, soprattutto in campo educativo, siamo chiamati ad affrontare sfide formidabili.

Ci vuole, da parte di tutti i battezzati, una vera esperienza di intelligenza lungimirante e di santità eroica che, per amore di Gesù e della sua Chiesa, trovi la forza di superare le difficoltà e le abitudini consolidate nel tempo, così da riformare decisamente la vita delle persone e delle comunità.

I santi sanno parlare alla ente e suscitano una santità popolare. Dove passa un santo, la gente accorre. E persino una società secolarizzata e indifferente può raccogliere dal santo un richiamo e un invito. Oggi, in un contesto culturale post secolarizzato e neoreligioso, è particolarmente necessario ricondurre le devozioni, e il nuovo bisogno di sacralità, alla forza e alla radicalità del Vangelo. Le forme di preghiera diffuse nel popolo cristiano sono un'immensa ricchezza, ma talvolta sono anche esposte al rischio di degenerare in una pratica separata dalla vita, in una semplice esigenza di rassicurazione spesso più vicma alla superstizione che alla fede. L'esempio dei santi, e di san Carlo in particolare, può offrire indicazioni preziose perché impariamo a vivere le manifestazioni popolari della fede con sapienza evangelica, con partecipazione affettiva intensa, con docilità allo Spirito che suscita in noi gli stessi sentimenti di Gesù.

L'amore ricevuto ha in se stesso la forza di essere donato. L'amore di Dio nel cuore del credente si esprime in una santità missionaria. La responsabilità che si fa carico degli altri nel nome del Signore mette in una condizione scomoda, in un disagio complesso. Come san Carlo, che era vescovo, così anche oggi i cristiani che esercitano un ministero, o ricoprono un ruolo di responsabilità nella comunità, sentono il tormento della comunicazione del Vangelo. Se ho il fuoco dentro, perché non riesco a incendiare il mondo? Se mi appassiono alla missione di condividere la gioia, perché chi mi ascolta si annoia? Se metto in guardia dalla perdizione e indico la via della salvezza, perché sono considerato come un disturbo fastidioso che amareggia la vita? Se propongo percorsi verso la santità, perché succede che siano fraintesi, come cose in più da fare, come una serie di adempimenti inutili o fastidiosi? Se richiamo a scelte evangeliche perché non sono credibile? Il cammino di conversione personale e la dedizione alla riforma della Chiesa hanno la loro origine in questa specie di tormento. Noi tutti ne siamo toccati e sentiamo di vivere la responsabilità di presentare una Chiesa più evangelica e di trovare un linguaggio di prossimità alla gente più comprensibile e incisivo.

 Carlo Borromeo e la sorgente della carità

 San Carlo, sull'esempio di Gesù, fu il Buon Samaritano sulla strada della storia, che si dedicò interamente alla Chiesa di Milano, ritrovando nel mistero del Crocifisso risorto la forza della fede e il coraggio di una straordinaria opera di riforma pastorale. La storia ci insegna che ogni discernimento sul senso della vita e ogni rinnovamento nella Chiesa partono sempre da una grande esperienza spirituale.

Il Borromeo è diventato santo nell'esercizio del suo ministero episcopale. E, seguendo il suo esempio, tutto il presbiterio e tutti i fedeli sono stati attratti a diventare santi proprio nel servizio all'edificazione della Chiesa.

Certo della sua presenza e della sua benevolenza, anche io oggi invoco la grazia di essere introdotto nello spirito che lo ha animato, nella sua preghiera che sta all'origine dei suoi pensieri, dei suoi progetti e delle sue decisioni. Prego perché sia dato a me, a tutti i fedeli di questa nostra Chiesa diocesana, di vivere questo anno pastorale come un tempo per camminare, certi dell'intercessione di san Carlo, verso una vita più santa, verso una Chiesa più giovane e coraggiosa, più povera e libera, più dedita alla missione che il Signore le affida per questo tempo. 

Diventerò più santo? Diventeremo più santi? Le domande possono suonare retoriche. Ma in realtà significano: la mia vita, la nostra vita di Chiesa, diventerà segno più comprensibile dell'amore di Dio per tutti gli uomini e le donne che vivono su questa nostra terra? La mia vita, la nostra vita, rivelerà in modo più trasparente e persuasivo che, se siamo dimora dello Spirito di santità, saremo riconciliati tra noi e pieni di fiducia? San Carlo ci parla ancora con quella insistenza analitica e prescrittiva, ispirata a una passione pastorale che lo impegnava fino a tormentarlo; ancora ci incoraggia con quella sua  austerità esagerata, motivata da una tensione alla santità sempre insoddisfatta; ancora ci ispira con quella lungimiranza organizzativa suscitata da un acuto senso di responsabilità e da una vibrante passione di riformatore, che sono il suo canto d'amore per la santa Chiesa di Dio.

Due sono i criteri dell'azione pastorale di san Carlo: il riferimento al Vangelo e il grido dei poveri. La bussola della sua azione pastorale non è il calcolo dei risultati conseguiti, non è il compiacimento e il plauso degli uomini, ma la verifica della coerenza con l'ispirazione evangelica del suo operato e la ferma applicazione delle indicazioni ecclesiali, specie quelle formulate dal Concilio di Trento. La sua operosità instancabile e la determinazione dei suoi interventi rivelano un'incrollabile fiducia nella possibilità di incidere nella vita della Chiesa. Ma sempre più si riconosce anche, nell'evoluzione della sua storia di santità, che l'anima di tutto è la conformazione al Signore e ai suoi sentimenti. Inoltre, Carlo Borromeo ascolta il grido dei poveri, sente compassione per la sua gente e se ne prende cura con una dedizione senza risparmio: non ha mai sentito quella sorta di alternativa, di cui noi spesso ci lamentiamo, tra la cura pastorale e la burocrazia ecclesiastica, perché ha vissuto ogni impegno come un servizio d'amore offerto per una Chiesa più santa.

Dalla presidenza dei concili provinciali e dei sinodi alla visita pastorale, dalla normativa per i seminari e per i chierici alla cura per l'arte sacra, dalla predicazione alla creazione di istituzioni ecclesiastiche laicali, dalle relazioni con le autorità civili alle relazioni con gli ordini religiosi, tutto ha saputo unificare e vivificare per un unico scopo, per una forma di amorevole premura, seria, esigente, disinteressata: si potrebbe dire che la sua è una vita che interamente diventa culto spirituale.

Ma quando il grido dei poveri è troppo straziante, quando il gemito dei malati di peste si alza da ogni casa di una città sconvolta e desolata, quando la fuga dei furbi e dei privilegiati è troppo insopportabile, allora la compassione spinge a una prossimità fino all'imprudenza, a uno sperpero di sé che ignora la misura, ma che esprime la forma eroica della carità.

Che cosa può fare il vescovo nella città ferita dall'ignoranza, dalla povertà e dalla peste? Che cosa può fare il vescovo quando sembra che il mondo sia così sconvolto dall'ingiustizia e dalla superficialità, da rendere inefficace ogni rimedio?

Che cosa può fare il vescovo quando sembra che della povera gente non interessi niente a nessuno? Il vescovo non può dare che Gesù! (cfr Atti 3,6).

Il vescovo continua a professare la sua fede con un atto di presenza, con un'amorevole sollecitudine. Sa di non poter salvare nessuno, ma professa la sua fede: in nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati (Atti 4,12).

Per questo san Carlo porta ai malati l'Eucaristia, per questo percorre la città con la croce. Forse la gente non ricordava nulla delle sue prediche, non aveva simpatia per le sue prescrizioni, non riusciva ad apprezzare le istituzioni da lui create, ma aveva capito di aver incontrato un santo: l'indiscutibile pratica della carità fino al sacrificio di sé portava i segni inequivocabili di quell'unico amore fino alla fine in cui tutti trovano salvezza. San Carlo, nella storia della Chiesa di Milano, mette in luce la necessità di riscoprire il mistero della Chiesa, prima ancora delle sue istituzioni: come la vivacità dello Spirito accompagna oggi le nuove generazioni? Come eventi e istituzioni sono al servizio di una rinnovata presenza della misericordia e della fedeltà di Dio nella storia?

 La cura pastorale e la città ferita

 San Carlo ha portato dedizione, amore e speranza non solo nella comunità cristiana ma in tutta la città di Milano, in modo particolare quando fu colpita dalla peste. Si è rivolto a tutti e ha saputo andare anche fuori le mura. Questo saper allargare gli orizzonti, questo prestarsi ad andare fuori le mura nelle mille relazioni quotidiane è una sfida per i cristiani di oggi e per la cura pastorale delle nostre comunità.

Una delle esperienze più belle che vivo come arcivescovo di Milano è proprio la possibilità di incontrare da vicino le persone: tanti volti, tante mani, tante vicende raccontate all'arcivescovo, nella ricerca di rapporti personali che troppo spesso non ci sono più. Quante cose ho imparato ascoltando in questi anni la gente delle nostre parrocchie e delle nostre città! Le persone chiedono ascolto per le proprie sofferenze, vogliono comprensione per le proprie difficoltà, amano gli uomini e le donne di Dio per affidare a loro segreti e speranze, chiedono buon esempio e preghiere di intercessione.

Alla scuola di san Carlo, dobbiamo imparare ancora di più a mostrare la consolazione che deriva dalla fede, l'amore per Gesù e il gusto per la preghiera. Allora, e solo allora, sapremo raccogliere il grido dei poveri, di tutti i poveri, di ogni nazione, lingua, razza e religione. Il Vangelo ci invita a stare dalla parte di coloro che hanno fame e sete di giustizia, di coloro che lavorano per una città più accogliente e più fraterna, di coloro che sperano in una solidarietà che sia profezia di un mondo in cui amore e verità si incontreranno, giustizia e pace si baceranno; verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo (Salmo 85,11-12).

La carità pastorale non deve esaurirsi solo nel programmare le nostre iniziative, ma dovrà esprimere sempre di più la capacità di raccogliere e interpretare il senso profondo della crisi esistenziale contemporanea, che passa nel vissuto dei singoli e in tutta la società. Ci sono domande di senso che vanno ritrovate. Ci sono vuoti interiori che vanno riempiti.

Innanzitutto c'è un grande bisogno di Dio: se siamo credenti e praticanti, non dobbiamo mai dare troppo per scontate la ricerca di Dio, la conoscenza del suo mistero, la grandezza dell'Incarnazione e della Passione di Cristo, la forza della sua Risurrezione. Dobbiamo riscoprire il dono della fede e la bellezza della grazia che il Vangelo offre alla nostra intelligenza e al nostro cuore. Dobbiamo riscoprire il rapporto vivo con il Signore, che è conoscenza e amore, perché è lo fede che si rende operosa per mezzo della carità (Galati 5,6). La carità, che sa n Carlo ha sa puto esprimere, proveniva direttamente dalla sua fede e dal suo rapporto intenso di amicizia con Gesù. Era frutto della sua preghiera, era partecipazione all'amore di Cristo per la storia degli uomini. Era compassione (Luca 10,37): una compassione che lo scuoteva fino alle lacrime.

Anche se viviamo in mezzo alla superficialità, alla stanchezza e talvolta alla delusione, io sento che è vivo e cresce il bisogno di Gesù e del suo Vangelo. Incontro molte persone che, anche se sono lontane dalla Chiesa, vivono a volte con sofferenza la loro ricerca di Dio. Vorrei dire che comprendo e che rispetto questa ricerca; vorrei dire loro che amo questo anelito alla verità; vorrei manifestare loro la mia stima e porre con loro la domanda sulla divinità di Gesù e sulla grandezza del cristianesimo, non solo per la Chiesa, ma per il mondo.

Viviamo, infatti, un tempo in cui si stanno affacciando all'orizzonte grandi domande sul senso del/a vita, sulla verità dell'amore e sulla possibilità di relazioni profonde e definitive tra le persone. Ci si interroga sulla qualità del vivere sociale, sul costo umano del lavoro, sul valore del benessere a tutti i costi, sul bisogno di nuove solidarietà.

Con le sue scelte di vita personale san Carlo ha messo in crisi costumi dominanti della Chiesa del suo tempo indicando una via straordinariamente feconda. Fermandoci, su questa nuova strada che da Gerusalemme conduce a Gerico, dobbiamo interrogarci di fronte alle esasperate divisioni che ci sono tra noi, all'arroganza e all'aggressività di molti atteggiamenti privati e pubblici contemporanei, per riscoprire il valore profetico e civile delle Beatitudini evangeliche quali la povertà, la misericordia, la purezza del cuore, la promozione della pace e la mitezza che erediterà la terra (cfr Matteo 5,3-12).

Anche in mezzo ai giovani ci sono ferite che vanno curate. Per loro la Chiesa è insieme un dono e un problema: i giovani hanno molte domande, molte distanze, molte attese. Sono esuberanti, ma spesso sono tristi perché non vedono iI futuro. Affinché possano trovare una solida identità e uno spazio nella vita ecclesiale, sociale, culturale e politica è anche necessario che gli adulti facciano dei sacrifici e siano disponibili a rinunciare a qualche propria egoistica affermazione.

 Va' e anche tu fa' così

 La parola di Gesù sia una grazia e un impegno per te nel vivere il tuo servizio d'amore anche verso la Chiesa: la comunità nuova cui appartieni in forza del Battesimo.

Partecipa con gioia e generosità alla sua vita e alla sua missione. Per questo coltiva sempre uno spirito di sincera e operosa comunione con tutti e lasciati trasportare dallo slancio missionario di annunciare il Vangelo con la parola e con la vita: dappertutto, in chiesa e in ogni ambiente sociale .

Chiedi ai tuoi sacerdoti: che cosa è "La carta di comunione per la missione"? Dovrebbe coinvolgere tutti: tutti siano una sola cosa ... perché il mondo conosca che tu mi hai mandato (Giovanni 17,22-23).

La comunità cristiana, ossia dei figli di Dio, è chiamata ad assumere sempre più il volto di "famiglia di famiglie". Per questo tutti i fratelli e le sorelle nella fede e nella carità devono essere aperti e accoglienti, capaci di ascolto e comprensione, pronti alla condivisione. La visita alle famiglie è un'espressione semplice ma preziosa di vita ecclesiale missionaria: sia nella forma quotidiana, sia in quella legata al Natale (o alla Pasqua). Per quest'ultima ti chiedo di portare il tuo importante contributo perché sia compresa, desiderata, accolta e promossa (anche con la partecipazione dei fedeli laici).

La Chiesa in tutti i suoi membri è chiamata a rivivere ogni giorno, con i sentimenti della compassione e i gesti della carità, la vicenda di Gesù, il Buon Samaritano.

Ascolta anche tu "il grido del povero", qualunque sia il suo volto e la sua indigenza o ferita. Potrai così assicurare autenticità e vivacità alla tua fede, perché si renda operosa per mezzo della carità (Galati 5,6).

 card. Dionigi Tettamanzi

(3 - continua)