dal 22 al 28 Novembre 2010
21 Novembre 2010 n° 1
67


QUESTA SETTIMANA ha inizio la benedizione delle Famglie:un occhio di riguardo al calendario - grazie!

22 LUNEDÌ - S. Cecilia, vergine e martire
            *          8:30     S. Messa (+ Negri Wilma)
            *          16:30   Catechesi  1^ e 2^ elementare
            *          18:00   BENEDIZIONE DELLA FAMIGLIA: vie Donizzetti, Pergolesi e Verdi (n° dispari dal 23 al 31; n° pari dal 46)
            *          21:00   Incontro Caritas in casa parrocchiale
            *          21:00   Prove del Coro in sala Santa Rita 

23 MARTEDÌ -
            *          8:30     S. Messa (+ sacerdoti defunti)
            *          16:30   Catechesi  5^ elementare e 1^ media
            *          18:00   BENEDIZIONE DELLA FAMIGLIA: via Verdi (n° dispari dall’1 al 21; n° pari dal 14 al 42)
             *         18:00   Allenamenti di pallavolo “under 10” presso la palestra delle scuole elementari 

24 MERCOLEDÌ - Beata Maria Anna Sala, vergine
            *          9:30     S. Messa (+ Comi Renzo)
            *          16:30   Catechesi  3^ e 4^ elementare
             *         17:45   Allenamenti di pallavolo “under 12” presso la palestra delle scuole medie
            *          18:00   BENEDIZIONE DELLA FAMIGLIA: via Verdi bis
            *          20:45   Catechesi  adolescenti
            *          21:00   Prove del Coro in sala Santa Rita 

25 GIOVEDÌ -
            *          16:40   S. Messa in oratorio (+ Luigi, Alessandro e Enrico)
            *          18:00   BENEDIZIONE DELLA FAMIGLIA: via Sala. solo i n° dispari dal 3 al 13
             *         18:00   Allenamenti di pallavolo “under 10” presso la palestra delle scuole elementari 

26 VENERDÌ -
            *          8:30     S. Messa (+ Valagussa Silvia e Giuseppe)
             *         17:45   Allenamenti di pallavolo “under 12” presso la palestra delle scuole medie
            *          18:00   Catechesi  2^ e 3^ media
            *          21:00   calcio cat. OPEN: G.S. San Luigi C - Brugarolo calcio 

27 SABATO -
            *          15:00   pallavolo “UNDER 12”: G.S. san Luigi - A.S. Casatesport
            *          15:30   BENEDIZIONE DELLA FAMIGLIA: via Monti
            *          16:30   SPORTELLO CARITAS presso la casa parrocchiale
            *          17:00   S. Confessioni, in chiesa
            *          18:00   S. Messa domenicale vigiliare (+ Riva Luciana - - Usuelli Luigia - - defunti della Classe 1939 - -
                                   vivi e defunti Classe 1946 - - fam. Perego e Maggioni Carlo e Elisa - - Brivio Stanislao e Passoni Mosè)
            *          18:15   calcio cat. OPEN: G.S. San Luigi B - A.C. Pagnano
            *          21:00   rassegna teatrale SIPARIO: in salone «san Luigi»
                                   «EL FURGUNIN DEI MIRACUL» commedia brillante in dialetto milanese 

28 DOMENICA - TERZA DI AVVENTO
            *          8:00     S. Messa (+ Colombo Franco e fam., Ravasio Luigi e Alessandra - - Colombo Onorina)
            *          10:30   S. Messa (+ Longhi Pierina e fam.)
            *          15:30   in oratorio: recita del Santo Rosario

 ***********************************************************************

SAN CARLO E LA CROCE DI CRISTO

Il "paradosso" della croce di Cristo

 L'incontro con il Vangelo, che costruisce la santità della vita, oggi più che mai conserva e manifesta il suo carattere paradossale. Infatti, da un lato esprime la gioia dell'esistenza, dall'altro mostra la necessità del dono di sé fino a morire. La croce di Cristo, cioè il suo amore speso fino alla morte (cfr Giovanni 13,1), rappresenta il punto più alto e più critico del cristianesimo.

È proprio di fronte al discorso duro della croce che Gesù ha coraggiosamente detto ai suoi discepoli: Volete andarvene anche voi? Il Vangelo ricorda che da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui (Giovanni 6,66). La critica più forte e più acuta che il mito di un naturale e progressivo benessere, ricercato per se stesso all'infinito, pone al cristianesimo verte proprio sull'affermazione della morte e sulla certezza della risurrezione. Una morte a cui non si vuole pensare e una risurrezione in cui non si riesce a credere Credi tu questo? (Giovanni 11 ,26), dice Gesù a Marta, sorella di Lazzaro dopo averle rivelato: Io sono la risurrezione e la vita. Questa domanda interpella, ancora oggi, la coscienza di ogni cristiano e, sotto aspetti diversi, anche quella di ogni uomo.

Dai tempi di san Paolo a Corinto fino alla cultura contemporanea delle nostre città, la croce esprime il punto più provocante della fede cristiana e ne mette in luce l'apparente stoltezza e l'inevitabile scandalo: noi annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio (1 Corinzi 1,23-24).

Oggi il rischio che corriamo, anche nelle nostre comunità, è quello di svuotare il cristianesimo dall'interno. Infatti, talvolta, da un lato lo affermiamo formalmente con le nostre parole e le nostre liturgie, dall'altro non vogliamo accettare che il benessere individuale o di parte, cioè lo star bene da soli, non sia secondo il cuore di Cristo. La parola della croce deve scandalizzare di nuovo le nostre comunità, perché non possiamo pensare all'esistenza umana, ferita dal peccato e dalla morte, semplicemente come a un vitalismo di ensazioni immediate e gratificanti. Non possiamo coltivare uno stile di vita che eviti ogni disciplina personale contro l'orgoglio e l'egoismo, o che sia volto ad eliminare qualunque genere di sacrificio necessario in ogni amore cristiano. Il fascino e il paradosso del Vangelo possono essere ancora ritrovati, soprattutto dalle giovani generazioni, solo attraverso l'esercizio di una nuova povertà, molta preghiera una vera ricerca del significato delle cose, una grande onestà personale e politica e l'affermazione del bisogno di una nuova eternità.

 Carlo Borromeo e l'amore al Crocifisso 

San Carlo, nella preghiera, rivolge con insistenza lo sguardo al Crocifisso, ne è ferito in profondità e, spesso, le persone più vicine lo sentono gemere e lo vedono piangere.

Chiediamo la grazia di essere introdotti a condividere i sentimenti di san Carlo in preghiera, la sua concentrazione, l'intensità della sua partecipazione al mistero della morte di Gesù in croce, sorgente della vera carità.

Per me, per noi sarebbe una grazia grande che segna una vera e propria svolta nella vita: una preghiera che non sia solo adempimento di un dovere, continuazione di una buona abitudine, ripetizione di formule anche belle -, pratica di riti celebrati con dignità e attenzione.

Ci vuole una preghiera come quella di san Carlo, una preghiera che conosce "gemiti e lacrime" una vera relazione personale con il Signore Gesù, il Crocifisso: una preghiera che si fa intensa, appassionata, penetrante come una ferita feconda di amore.

San Carlo ha condiviso i sentimenti di Gesù, soprattutto quello di rimanere nella volontà del Padre fino al compimento, cioè al dono della vita per i suoi amici. Contemplando il Crocifisso, il Borromeo si è fatto buon samaritano nella sua Chiesa e nel suo tempo. Ma noi viviamo un'esperienza di preghiera autentica quando diciamo le nostre preghiere in fretta e distratti, con il risultato di rimanere estranei ai sentimenti di Cristo? Se non siamo capaci di pregare, che cosa dobbiamo dire della nostra fede i n Cristo?  

Il segreto del Crocifisso  

In un'epoca di consumismo e di nuova miseria, Gesù ci invita ad uno stile di vita semplice, sobrio, ordinato ed essenziale.

La centralità del Crocifisso nella vita di san Carlo aiuta a riflettere sulla qualità dell'amore cristiano. Se il chicco di grano non muore, come può portare frutto? (cfr Giovanni 12,24). A quale qualità di sacrificio sono chiamati i cristiani oggi? Ci sono troppi ricchi e ci sono troppi poveri: sta diventando drammaticamente più grande il divario che li separa. Contemplare il Crocifisso significa imparare una nuova qualità dell'amore, una nuova forma etica tra tutti gli uomini di buona volontà.

Ci vuole un nuovo volto della speranza. Per salvare la vita dalla desolazione e dall'assenza di Dio è necessario, a partire dal Crocifisso,  imparare e insegnare a pregare.

La cura per la qualità celebrativa delle nostre comunità non è più soltanto una questione di giusto decoro, ma molto di più: si tratta di convertire i cuori per fermarsi sui bisogni del prossimo, nella  comunità e nel mondo. Non si può pretendere tutto e non pagare niente: in tempo, soldi, responsabilità e lavoro. La Chiesa e il mondo hanno bisogno di nuove forze e di nuove responsabilità. San Carlo ha dato un grande esempio su come la liturgia e la carità debbano stare insieme.

L'assimilazione del mistero della croce dà una risposta al senso più vero e definitivo della vita. Nelle nostre città ci sono molte paure. I giovani hanno bisogno di nuovi e più ampi orizzonti di senso, di fronte al vuoto che provano e davanti alle incertezze del lavoro e del futuro. La vera speranza passa attraverso questa porta stretta. La vera gioia cristiana va oltre il sentimento del momento non è solo un benessere temporaneo, ma nasce dal coraggio di vivere la vera carità e di cercare davvero il bene comune.

 Va' e anche tu fa' così

 Il dottore della Legge che, dopo la narrazione della parabola del Buon Samaritano aveva risposto bene a Gesù, si sente dire: "Va' e anche tu fa' così". Vorrei riprendere queste parole di Gesù per invitarti a seguire, singolarmente e con gli altri, alcuni cammini di vita cristiana.

Così per "rendere ragione della speranza", seminata in te dall'amore di Gesù crocifisso e risorto - cuore della fede cristiana -, fa' tesoro delle iniziative parrocchiali e diocesane per la formazione,come gli esercizi e ritiri spirituali, i corsi biblici, i gruppi di ascolto della Parola, le scuole teologiche, i momenti particolari dedicati agli operatori pastorali.

Chiedo al Signore che ti doni di condividere in profondità l'amore appassionato di san Carlo al Crocifisso: ti invito a viverlo anche con l'antica e sempre attuale pratica della Via crucis, in particolare partecipando alla sua solenne e corale celebrazione nella tua Zona pastorale.

Sollecita la tua comunità perché, in un'occasione particolare, sappia vivere un momento d'incontro con una categoria di poveri, come segno di giustizia e fraternità con gli ultimi.

                                                                                        card. Dionigi Tettamanzi

(2 - continua)