dal 8 al 14 Novembre 2010
7 Novembre 2010 n° 1
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8 LUNEDÌ -
            *          8:30     S. Messa (+ Maggioni Anna e Biella Luigi - - Giacomo, Gianna, Giuseppe, Giuseppina e Vittorio)
            *          16:30   Catechesi  1^ e 2^ elementare
            *          21:00   Incontro Caritas in casa parrocchiale 

9 MARTEDÌ - Dedicazione della Basilica Lateranense
                                    OGGI il Gruppo Ecologico raccoglie CARTA
            *          8:30     S. Messa (+ Cogliati Angelo)
            *          16:30   Catechesi  5^ elementare e 1^ media
             *         18:00   Allenamenti di pallavolo “under 10” presso la palestra delle scuole elementari 

10 MERCOLEDÌ - S. Leone Magno, papa e dottore della Chiesa
                                   OGGI il Gruppo Ecologico raccoglie ROTTAME
            *          9:30     S. Messa (+ sacerdoti defunti)
            *          16:30   Catechesi  3^ e 4^ elementare
             *         17:45   Allenamenti di pallavolo “under 12” presso la palestra delle scuole medie
            *          20:45   Catechesi  adolescenti 

11 GIOVEDÌ - S. Martino di Tours, vescovo
            *          16:40   S. Messa in oratorio (+ Riva Luciana - - Colombo Pierino - - Rocca Eugenia - -Cogliati Francesco)
             *         18:00   Allenamenti di pallavolo “under 10” presso la palestra delle scuole elementari 

12 VENERDÌ - S, Giosafat, vescovo e martire
            *          8:30     S. Messa (+  Ravasio Teresa e sorelle - - Emilio, Maria Elisa Dorilla Equador Gutierrez Pilay)
             *         17:45   Allenamenti di pallavolo “under 12” presso la palestra delle scuole medie
            *          18:00   Catechesi  2^ e 3^ media 

13 SABATO -
            *          15:00   pallavolo “UNDER 12”: G.S. San Luigi - G.S.O. Lomagna
            *          16:30   SPORTELLO CARITAS presso la casa parrocchiale
            *          18:00   S. Messa domenicale vigiliare (+ fam. Bonanomi Felice, Antonia e Rosa - - Infantino Gerlando e
                                   Caterina - - Vergani Luigi)
            *          18:15   calcio cat. OPEN: G.S. San Luigi – A.S.O. Calò
            *          21:00   rassegna teatrale SIPARIO: in salone «san Luigi»
                                   «FOOLS» fiaba comica di Neil Simon - preventita biglietti presso bar Biella 

14 DOMENICA - PRIMA DI AVVENTO
            *          8:00     S. Messa (+ Villa Rosetta - - Dell’Orto Francesco)
            *          10:30   S. Messa (+ Raimondo Piermario - - Sacchi Alessandro e Gaetano - - Colombo Armando e famigliari)
            *          15:15   S. Battesimo di Spreafico Niccolò e Ceniti Andrea
            *          15:30   in oratorio: recita del Santo Rosario - segue: incontro di Azione Cattolica

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Dionigi Tettamanzi
SANTI PER VOCAZIONE
lettera ai fedeli della diocesi 

CARISSIMI, CON UNA CERTA AUDACIA CHE SEMBRA INATTUALE,
OSO PROPORRE A TUTTI VOI UNA RISCOPERTA DEL CRISTIANESIMO
E DEL SUO «SEGRETO»

Vorrei quest'anno entrare con voi  nella luminosa cattedrale della fede che  il Signore ci ha donato, entrarvi con passi decisi ed essenziali, accompagnato  da san Carlo, il quale ebbe la forza  di cambiare radicalmente la propria vita, si

dedicò alla vera ricerca di Dio e si prese cura con coraggio del suo popolo. San Carlo e, dopo di lui, molti arcivescovi miei predecessori hanno amato la nostra Diocesi e la sua gente facendosi prossimi, perché non accadesse mai che il prossimo conoscesse la morte. 

La ricorrenza del quarto centenario della canonizzazione di san Carlo Borromeo (1610-2010). anche in continuità con la tradizione dei diversi anniversari del nostro patrono, mi ha convinto a proporre  la santità, che è l'espressione matura  del cristianesimo, come prospettiva centrale e unificante del percorso pastorale  per l'anno 2010/2011:  Santi per vocazione!     

Il cammino della santità   

La santità, per la grazia dello Spirito santo, è /'ingresso nella vita di Dio. Questa è la verità stupenda e commovente che siamo chiamati a vivere con timore e gioia.  La santità di Dio è il suo amore per l'umanità e per la sua storia, un amore che nulla e nessuno possono mai stancare. È la luce in cui non ci sono tenebre; è la comunione in cui tutti troviamo salvezza, riposo, conforto; è la vita, quella eterna e felice. Siate santi perché io sono santo, dice il Signore (Levitico 11,44).  La sintesi della vita di un cristiano, dunque, si dà in un'esistenza santa. 

Di conseguenza la santità è un segno distintivo del popolo di Dio ed è un tratto della vera natura e del volto autentico della Chiesa. Infatti professiamo la nostra fede dicendo:  Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Tutti i figli di Dio sono chiamati a diventare pietre vive di questa cattedrale spirituale: siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo (1 Pietro 2,5).

Mettere al centro la santità come il filo conduttore di un percorso pastorale esprime la necessità di ritornare alla sorgente e di appoggiarsi sul fondamento solido e incrollabile, cioè su Cristo  Gesù, pietra viva, rifiutata dagli uomini, ma scelta  e preziosa davanti a Dio (1 Pietro 2,4). 

L'esempio di san Carlo si rivela convincente ed attraente. L'esemplarità della sua vita e l'incisività della sua opera di pastore e di riformatore sono  il frutto dell'intensità del suo amore per Cristo crocifisso. La sua grandezza nasce da Ila profondità della sua fede e dalla totalità della sua dedizione  a Ila missione ricevuta: in una parola, dalla sua santità. 

La strada che vogliamo percorrere, sulle orme di san Carlo, si disegna tra le righe di una pagina biblica molto attuale - quella del Buon Samaritano e si snoda in tre tappe: la contemplazione del Crocifisso, l'urgenza di una rinnovata dedizione per la santità della Chiesa e la conversione del cuore per riscoprire la bellezza e la serietà della vocazione che Dio ci dona.   

Sulla strada del Buon Samaritano  

In questi anni, mentre anch'io percorrevo la strada della mia vita e del mio ministero di vescovo, ho imparato molte cose e ho constatato da vicino che il Signore non mi ha mai abbandonato, così come non ha mai abbandonato la sua Chiesa. Più volte mi sono reso conto che la parabola evangelica del Buon Samaritano deve essere riscritta da ogni cristiano, lungo la storia: dalle pagine del Vangelo deve entrare nel libro della vita, della vita di ciascuno e di ogni giorno. Ancora oggi molti scendono da Gerusalemme a Gerico. 

È come se la vita di un cristiano, e anche la mia,  fosse paragonabile ad un viaggio - la metafora della strada è particolarmente cara all'evangelista Luca - lungo il quale, progressivamente, vieni introdotto nel mistero di Dio e impari ad amare ogni uomo e ogni donna, soprattutto chi è più piccolo e più povero.

C'è innanzitutto una strada che da Gerico conduce a Gerusalemme: è il cammino del cristiano verso la Pasqua di Gesù. È su questa strada che mi sono ritrovato, fin da quando, ragazzo, ho intuito quale poteva  essere la mia vocazione.  Poi, a mano a mano che negli anni percorri la strada che va verso la Pasqua di Gesù, ti si aprono gli occhi sulla verità di Dio e sul dramma della storia (cfr Marco 10,32-52).

La misericordia ti invade il cuore e il Signore  ti conquista e ti conduce decisamente verso Gerusalemme (cfr Luca 9,51). Rimani con lui, ascolti la sua parola, partecipi alla sua mensa, conosci la gioia e il pentimento e sei chiamato a confermare i tuoi fratelli (cfr Luca 22,32). Questa strada è lunga e si snoda tra le montagne del deserto: attraversa il silenzio, nell'intimità con Dio e nella confidenza con Gesù, e passa anche per i sentieri della prova e della fatica, ma, alla fine porta nella città in cui il Signore ha posto la sua dimora. Questa è la meta che vale la pena cercare e raggiungere.

Ma c'è anche la strada che da Gerusalemme riconduce a Gerico (cfr Luca 10,25-37), lungo la  quale, con vera compassione, impari a riconoscere l'umanità e la porzione di Chiesa che ti è affidata. Non si può restare nella città, anche se sarebbe bello. Occorre scendere per lo stesso deserto e passare vicino a chi è incappato nei briganti. Lo trovi fermo, sul ciglio della strada, incapace di muoversi verso la sua meta e la sua salvezza, e nei suoi occhi scorgi il dolore e l'angoscia. Allo stesso modo vedi l'uomo malato e ferito; vedi il povero abbandonato, l'orfano e lo straniero; vedi chi è solo e disperato. Non puoi distogliere lo sguardo. Riconosci il dramma e la complessità, ma sai che nessun cristiano, tanto meno un vescovo, può non vedere. AI contrario, si deve fermare con tutta la comunità, anche se alla fine dovrà pagare di persona.  San Carlo ha dato un grandissimo esempio di estrema dedizione di sé di fronte alla peste che nel 1576 aveva colpito Milano.  

Cari fratelli, mentre percorro con voi queste due strade, salendo e scendendo da Gerusalemme, insieme a tutti gli uomini di buona volontà cerco di contemplare  il Crocifisso e di fermarmi sulle cadute dell'uomo di oggi, sul suo bisogno di aiuto, di giustizia, di onestà. Ci sono molte energie nella nostra città e nelle nostre comunità, ma ci sono anche ferite profonde che non possiamo ignorare né trascurare. Leggendo il Vangelo del Buon Samaritano guardo con realismo all'esempio di san Carlo, perché guidi tutti noi nel cammino della santità.  

 La parabola della carità che si dona    

Nel Vangelo di Luca la parabola del Buon Samaritano è la parabola della carità, il frutto della pasqua di Cristo.    

Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?» Costui rispose: «Amero! il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita,  giunto in quel luogo, vide e passò oltre

Invece un samaritano che era in viaggio, passandogli accanto vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui.   Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: "Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno". Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse:  «Va' e anche tu fa' così»

                        (Luca 10,25-37).    

La tradizione spirituale ha sempre riconosciuto in quel viandante, percosso e abbandonato sul ciglio della strada, 'semplicemente l'uomo, l'adamo di ogni tempo, che nella vita terrena attraversa la sofferenza, la solitudine, ogni genere di difficoltà e di abbandono.  

Il Buon Samaritano che gli si fa vicino è innanzitutto icona di Cristo, il Salvatore, che si china sulle piaghe dell'uomo di ogni tempo, di ogni razza e di ogni condizione. Gesù crocifisso rivela così la più alta espressione dell'amore del Padre, che san Carlo ha contemplato nella preghiera esperimentato nella penitenza, e che ha amato concretamente, dando slancio e forza alla sua straordinaria opera di carità e di riforma della Chiesa.

Ma il Buon Samaritano è anche figura della Chiesa che, testimone della santità di Cristo, ancora oggi  desidera ed è capace di chinarsi sulla sofferenza umana. La Chiesa, senza chiusure e senza egoismi, imita e ricerca la santità del suo Signore, in un continuo esercizio di carità pastorale dentro la comunità e in una appassionata vicinanza ad ogni necessità umana. C'è troppo individualismo ed egoismo anche in noi e nelle nostre comunità ed  è forte lo tentazione di non voler vedere i poveri, i nuovi poveri di oggi e le nuove necessità della crisi e del tempo presente. 

San Carlo ci sproni a questa santità, lui che è stato capace di una fortissima conversione, uscendo dal suo mondo e dalla cultura della sua famiglia, facendosi debole per i deboli, per guadagnare i deboli e facendosi tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno (cfr 1Corinzi 9,22-23). 

Il Buon Samaritano, infine, esprime lo biografia di ogni cristiano,  il quale imita la santità di Cristo, unico Salvatore, e raccoglie tutta la propria vita in un'unica grande vocazione, che si esprime nell'imparare ad amare come Gesù. Infatti, mediante lo carità, la vita del discepolo raggiunge  un fine eterno e va oltre la tentazione di vivere un'esistenza estremamente frammentata e rivolta all'immediata soddisfazione di sé. Sperimenta così il coraggio di gesti di autentica libertà e di amore pieno e definitivo per il bene.                     

                             card. Dionigi Tettamanzi

(1 - continua)